Migranti, stretta di Renzi: «Serve il numero chiuso aiutiamoli a casa loro». Polemica sul suo post

Migranti, stretta di Renzi: «Serve il numero chiuso aiutiamoli a casa loro». Polemica sul suo post
di Nino Bertoloni Meli
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Sabato 8 Luglio 2017, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 12:40


ROMA Numero chiuso sugli immigrati. Non si può accoglierli tutti. Basta con la logica buonista. Il tutto accompagnato da un pre ultimatum ad altri Paesi della Ue che si rifiutano di accogliere nei loro porti. A concludere il quadro, la rivendicazione della legge sullo ius soli, «norma di civiltà, da sostenere e approvare».
E' la nuova linea di Matteo Renzi in materia di immigrazione. Una vera e propria svolta, annunciata da qualche tempo sia dalla condotta di Marco Minniti sia dalle stesse parole del leader, su una materia destinata a segnare la campagna elettorale prossima ventura, e forse anche le altre. La svolta avviene a tappe. In mattinata a Ore 9, la rassegna stampa che i dirigenti dem tengono a turno, Renzi approfitta della lettura dei giornali per lanciare il primo messaggio: davanti alle notizie dei pochi passi ottenuti al vertice di Tallin, e alla conferma che altri Paesi non apriranno i loro porti, Renzi avverte: «Loro chiudono i porti e non accolgono migranti? E noi chiudiamo i rubinetti, non diamo più i fondi». Renzi ha anche criticato Berlusconi e Letta per aver accettato i due regolamenti di Dublino, nel 2003 e nel 2013 che obbligano il paese europeo che accoglie i migranti a tenerli. Secondo la deputata forzista Laura Ravetto, presidente del Comitato Schengen: «La responsabilità di tutto è della missione Triton voluta da Renzi».
Ma non è ancora niente. Appare su Democratica, il giornale che ha sostituito l'Unità, l'anticipazione di Avanti, il nuovo libro di Renzi di prossima uscita, dove l'intera questione viene sistematizzata, spiegata, illustrata e inquadrata. «Dobbiamo uscire dalla logica buonista e terzomondista per cui noi abbiamo il dovere di accogliere tutti quelli che stanno peggio di noi. Se qualcuno rischia di affogare in mare, è ovvio che noi abbiamo il dovere di salvarlo. Ma non possiamo accoglierli tutti noi, dobbiamo liberarci da una sorta di complesso di colpa, non abbiamo il dovere morale di accogliere in Italia tutte le persone che stanno peggio».
L'ACQUA AL MULINO
E ci scappa pure l'errore, l'incidente comunicativo che non avresti voluto e che ti obbliga a una frettolosa retromarcia.
Sul profilo facebook del Pd compare un post, un manifesto a firma Matteo Renzi dove, dopo aver riportato a mo' di slogan il concetto che «non si può accogliere tutti», si aggiunge: «Abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro». Apriti cielo. «Ma quello è lo slogan con il quale Salvini gira tv e talk show da tempo», subito puntano il dito dentro e fuori dal Pd, con la Pollastrini che di nuovo si sente fuori casa, «frasi incompatibili con la cultura del Pd», bacchetta, mentre Arturo Scotto da sinistra sostiene che il Pd renziano «rincorre la destra sul suo terreno».
Si fa sentire anche Salvini, che tira l'acqua al mulino: «Se quelle cose le dico io, sono razzista, ma se le dice Renzi?». Fatto sta che, di lì a poco, la frase incriminata sull'«aiutiamoli a casa loro» scompare dal post, provocando ovviamente risolini e ritorni polemici, e costringendo Renzi a tornare sul tema e a spiegare il senso: «Aiutiamoli a casa loro non è retorica, ma un progetto articolato, complessivo, un piano per l'Africa, la battaglia per i fondi europei, cambiare il regolamento di Dublino che risale al 2003, la necessità di salvare tutti ma l'impossibilità di accoglierli tutti in una sola nazione».
Una linea anticipata e approvata dal governo, con Paolo Gentiloni che dal G20 avverte: «Non ci può essere una capacità illimitata all'accoglienza». L'Italia ha una capacità di 200 mila posti per accogliere migranti, oltre, e molto oltre, scatta l'allarme, il codice rosso, l'emergenza. Sarebbe in effetti una questione da unità nazionale, ma al contrario rinfocola lo scontro tra quelli che si apprestano a essere i protagonisti dello scontro elettorale: Renzi-Grillo-Salvini.
Con gli ultimi due a presentarsi come i difensori del suolo patrio, e il primo indicato come colui che lo svende aprendo le porte a chiunque. L'emergenza migranti costringe tutti a cambiare registro.
Nino Bertoloni Meli
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