L'ad della Fiat dice anche che «le perdite in Europa nel 2014, nonostante gli investimenti effettuati, saranno minori dell'anno scorso» quando il rosso era di 500 milioni di euro e aggiunge che il gruppo prevede di raggiungere quota 5 milioni di auto vendute nel 2016. Quanto al debito Marchionne non è preoccupato, «c'è una liquidità incredibile nel mercato, esiste la disponibilità per finanziare l'attività del gruppo». Sono il presidente del Consiglio e i suoi primi provvedimenti, però, a tenere banco. Lontane anni luce le polemiche, poi rapidamente superate, con il Renzi sindaco di Firenze. Renzi premier piace a Marchionne. «Se non ci comportiamo così, se non diamo uno scossone - afferma - la baracca non si muove. Lasciamo che la gente lo critichi per l'età, per lo stile. A me non importa niente, importa la sostanza di quello che sta facendo. L'importante è farlo finire. Ha dato target piuttosto aggressivi. Io sono veloce, ma il ragazzo...». Poi scherza: «Io ci avrei messo un paio di settimane in più. Con tutti questi obiettivi Renzi ha molto da fare». Marchionne spera che le scelte e lo stile del presidente del consiglio abbiano effetti positivi anche sull'Europa. «Renzi - osserva - non è da sottovalutare. Quello che ha fatto ieri, a parte l'impatto sul Paese, sta dando segnali anche verso l'Europa, che è disposta a cambiare. Se comincia a colorare con un pò di ottimismo anche i consumi la baracca riparte. Questo non significa che bisogna fermarsi con le riforme, che continuano a essere l'obiettivo principale, lo riconosce lui e lo riconoscono tutti quanti, ma per lo meno ci troviamo in un ambiente, in un'atmosfera diversa, che è cambiata».
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