Mafia Capitale, Pd sotto accusa. Renzi: in cella chi ruba

Matteo Renzi
di Diodato Pirone
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Venerdì 5 Giugno 2015, 06:16 - Ultimo aggiornamento: 09:08
Gli arresti per Mafia Capitale sono indubbiamente un fatto nuovo. Le polemiche no. Lo scontro politico scatenato da “Mafiacapitale/2” si è sviluppato lungo tutta la giornata di ieri come una fotocopia di quanto accadde per il primo episodio: il premier Matteo Renzi si schiera su una linea chiara: «Chi ha sbagliato deve pagare»; il centrodestra attacca a testa bassa il Pd e la giunta del sindaco Marino di cui chiede le dimissioni; i 5Stelle attaccano tutti e chiedono anche le dimissioni del presidente del Pd Matteo Orfini che è anche commissario del partito romano; il Pd fa quadrato intorno a Marino e ribadisce di voler fare pulizia (o di averlo già fatto) nelle sue stanze.



Nell'oceano delle dichiarazioni politiche forse l'unico elemento di novità sta nel riferimento di Orfini al ruolo dei servizi segreti. «E' curioso - ha detto ieri Orfini - Che un personaggio come l'ex terrorista di destra Carminati abbia potuto costruire un sistema criminale di tale portata. Chiederò al Copasir». Ovvero al Comitato parlamentare di controllo dei servizi segreti. In parola semplici, Orfini fa emergere questa domanda: è possibile che Carminati in cambio di qualche informazione o di altre ”cortesie” abbia usufruito a sua volta di qualche forma di ”protezione”?



PRESE DI POSIZIONE

Ma andiamo con ordine. Partendo dalla presa di posizione del premier che è netta. «Chi ruba deve andare in galera - ha detto ieri Matteo Renzi al termine dell'incontro con la presidente del Cile, Michelle Bachelet - Un paese solido è quello che combatte la corruzione con grande decisione e grande forza, mandando chi ruba in galera. Naturalmente nel rispetto della presunzione di innocenza. Ma quando arriva la sentenza definitiva è giusto che chi ha violato le regole paghi fino all'ultimo giorno e all'ultimo centesimo».



Concetti rilanciati dal Pd nazionale e da quello romano. Ieri pomeriggio si è svolta una lungariunione fra i vicesegretari del Pd, Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani, Orfini, il sindaco di Roma e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Ne è uscito un messaggio chiaro: no allo scioglimento del Comune di Roma, Marino deve andare avanti. «Chi nel Pd si è fatto corrompere deve sparire dalla vita politica», ha aggiunto Orfini in conferenza stampa prima del riferimento al Copasir.



E' l'opposizione? «Che cos'altro deve accadere perché Marino se ne vada e si torni alle urne?», si è chiesto il leader della Lega Matteo Salvini. Per il leader del Carroccio, inoltre, il governo ha il dovere di rispondere in aula.



Dal suo blog, Beppe Grillo non è meno duro: «Tra gli arresti ci sono esponenti di molte forze politiche ma ancora una volta il Movimento 5Stelle ne esce pulito». Infine Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, chiede una commissione d'inchiesta.