Macerata, stretta del Viminale sull'odio social: «Sanzioni per chi incita all'intolleranza»

Macerata, stretta del Viminale sull'odio social: «Sanzioni per chi incita all'intolleranza»
di Cristiana Mangani
4 Minuti di Lettura
Domenica 4 Febbraio 2018, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 20:37

Macerata come esempio per tutto il territorio nazionale. Punto di svolta per una guerra agli hate speech, gli odiatori del web, che tanti danni stanno facendo in una campagna elettorale molto avvelenata. Il ministro Marco Minniti arriva nelle Marche per un nuovo episodio di intolleranza e di terrorismo sociale, e presiede un Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza nel quale vengono passate in rassegna le ultime vicende che hanno afflitto la zona. Perché questa volta, dietro l'aggressione del giustiziere Luca Traini, non c'è criminalità organizzata, ma estremismo politico, intolleranza, populismo e anche disagio sociale. L'attentato contro sei nigeriani che risiedono in città da anni, è «un evidente episodio di odio razziale, legato al colore della pelle - chiarisce subito il responsabile del Viminale - Un'azione, al momento, individuale, ma sicuramente preparata e progettata».

Come intervenire su episodi così? Il ministro ne ha parlato con il premier Paolo Gentiloni prima di recarsi nelle Marche. E l'obiettivo principale sarà soprattutto quello di intensificare i controlli sui social e sul web, in generale. Non soltanto il commissariato on line istituito dalla Polizia postale, dove segnalare fake news e messaggi diffamatori o violenti. Ma tutte le forze in campo, intelligence compresa, per tentare di evitare che il fenomeno si ripeta. «Nessuno pensi di farsi giustizia da solo - sottolinea Minniti - E nessuno cavalchi l'odio». Anche perché - è ancora la sua considerazione - «l'episodio di Macerata potrebbe non essere l'ultimo, altre violenze del genere potrebbero seguire».

IL DISAGIO SOCIALE
Non è la prima volta, infatti, che in questi mesi il responsabile degli Interni ha dovuto recarsi personalmente a una riunione del Comitato per fatti particolarmente gravi. È accaduto il 16 gennaio, a Napoli, colpita dal fenomeno delle baby gang. All'inizio dell'anno, un'altra riunione urgente si è tenuta in prefettura a Bari, per discutere della sparatoria nella quale venne uccisa un'anziana passante. A novembre, invece, l'intervento è servito per Ostia, con il Comitato convocato fuori sede, dopo l'aggressione alla troupe televisiva da parte di Roberto Spada. Segno che il disagio sociale è evidente e la minaccia, amplificata dai social, rischia di creare emulazione e pericolo per la sicurezza di tutti. Tanto che è proprio su questo tema che verterà principalmente la prossima relazione al Parlamento dei servizi segreti: al rischio di una intolleranza alimentata dal disagio e dalla crisi economica.

UNA LEGGE
Un intervento concreto che tenti di arginare gli effetti della campagna di odio ce lo chiede l'Europa da tempo, dove nel 2018 dovrebbe essere approvato anche un intervento legislativo sul fenomeno. Si è discusso ampiamente della questione al G7 di Ischia, qualche mese fa, quando i maggiori provider, da Twitter a Facebook, da Google a Microsoft, hanno accettato di sedersi intorno allo stesso tavolo e anche rimuovere in tempi rapidi i post o le pagine che incitano alla violenza, all'odio razziale o religioso. L'accordo c'è stato, l'impegno pure, ma il piano sembra essere stato attuato solo in parte. I contenuti vengono rimossi solo nei casi più eclatanti di minaccia terroristica, con messaggi inneggianti al Califfo, mentre poco o niente viene fatto per limitare gli effetti devastanti degli hate speech. Tanto che ieri, dopo l'aggressione a colpi di pistola per le strade di Macerata, è subito stata aperta una pagina a sostegno del pistolero ed è comparsa su Facebook la presidente della Camera Laura Boldrini sgozzata da un nigeriano inferocito.

«Il nostro è un territorio con un bassissimo tasso di criminalità - non si dà pace per quanto accaduto il sindaco di Macerata, Romano Carancini - Anche se la morte di Pamela Mastropietro ha alimentato un odio che era latente. È un momento delicatissimo, dobbiamo tutti essere dentro un contesto di comunità, viviamo i prossimi giorni con grande senso di responsabilità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA