Lorenzo Guerini, vicesegretario Pd: «Unioni civili, pronti al voto con M5S e FI»

Lorenzo Guerini, vicesegretario Pd: «Unioni civili, pronti al voto con M5S e FI»
di Marco Conti
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Lunedì 4 Gennaio 2016, 11:13 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 08:32
Tenere unito il centrosinistra in vista della battaglia delle amministrative dove «Renzi sarà in prima fila» anche se il risultato «non produrrà effetti sul governo», e concludere entro i tempi il ddl sulle unioni civili «anche con i Cinquestelle e Sel». Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd, ripete ogni giorno l’appello alla sinistra a «tenere conto delle ragioni dei cittadini» confermando le alleanze nelle città dove già il centrosinistra governa. Il 18 gennaio la direzione del Pd discuterà di amministrative. «In molte città dove abbiamo governato insieme a Sel, ci sono le condizioni per lavorare affinché queste esperienze possano essere nuovamente realizzate. Faccio appello a tutti affinché non si disperda ciò che è stato fatto sinora e si mettano al centro i progetti per le città. Penso a Bologna come a Torino». Dove però la rottura dell’alleanza è stata già annunciata da parte di Sel «Lo ritengo profondamente sbagliato e incomprensibile per l’elettorato e i cittadini che devono giudicare l’amministrazione sulla base di ciò che ha fatto e intende fare per la città». Nel frattempo con Sel voterete le Unioni Civili? «Noi cerchiamo un’intesa con tutti coloro che vogliono concludere il lavoro avviato e mantenere fede ad un impegno preso con gli italiani. Ora ci sono le condizioni per poterlo fare». Anche con l’apporto del M5S? «Occorre lavorare con intelligenza, cercando il consenso più ampio anche di forze che sono all’opposizione come il M5S e Sel, ma la riforma va fatta. D’altra parte si tratta di un tema particolare e di stretta pertinenza parlamentare ed è giusto che in aula si trovino i punti d’equilibrio non legati agli schemi maggioranza-opposizione». Il testo non si tocca? «Vedremo, deve rappresentare un punto d’equilibrio e non la vittoria di una parte contro l’altra». Torniamo alle amministrative. A Sel chiedete di stringere un’alleanza organica che riguardi tutte le città? «Non vogliamo imporre camicie di forza. Abbiamo sempre detto che debbano essere i territori a decidere e loro devono essere i protagonisti sia delle candidature che dei programmi. E’ però noto che la nostra esperienza sul territorio ha sempre coinvolto, oltre alle varie realtà civiche, anche Sel, partito con il quale governiamo molte regioni emolti comuni». Però al governo Sel non c’è «Non capisco cosa c’entri questo con le elezioni amministrative dove si dovrebbe parlare di programmi, di progetti coraggiosi per cambiare le città, di trasporti, scuole, strade, welfare. Temi che interessano i cittadini, non le alleanze». Teme che qualcuno interpreti le elezioni come occasione per una spallata al governo? «Se qualcuno pensa di usare il voto di primavera per altri obiettivi è fuori strada. Dentro Sel è emersa una volontà di rottura con il Pd anche a livello locale, ma è una linea profondamente sbagliata e vedo che è anche oggetto di dibattito interno sul quale però non voglio entrare». A sinistra vi accusano di aver stretto alleanze con il Ncd «Ma è un’argomentazione strumentale, priva di qualunque aggancio con la realtà. Di esperienze di governo comune con il Ncd non ce ne è nessuna. A Torino come a Bologna non si è rotto per questa ragione. Anzi, proprio in queste due città il confine è molto netto. Il tema è un altro: laddove si è governato bene insieme, non si vede perchè non si possa continuare a farlo». Anche a Roma? «Certamente». Anche ammettendo Fassina alle primarie? «Non abbiamo preclusioni. Abbiamo le primarie che le vogliamo di un centrosinistra largo, in grado di raccogliere le energie migliori. Chi ha voglia di mettersi in campo è benvenuto. Così come è benvenuto chi fugge da tentazioni solitarie di testimonianza». Quindi massimo impegno anche alle amministrative? «Certamente. Una cosa è dire che saranno i territori a decidere e che le elezioni non avranno nessun impatto sul governo, altro è pensare che non ci sarà mobilitazione e lavoro. Noi saremo presenti e Renzi, in qualità di segretario del Pd, sarà in impegnato come lo è sempre stato, a sostegno di tutti i sindaci del centrosinistra». E sul tema del referendum? «E’ lo snodo di questa legislatura che ricordo è nata in stato di pre-morienza con la non vittoria, la non maggioranza e le difficoltà ad eleggere il presidente della Repubblica. Altro che referendum su Renzi! Sarà un referendum sull’Italia e sulla sua capacità di portare sino in fondo l’ambizione di cambiamento delle sue istituzioni affinché siano in grado di esprimere un governo autorevole». 
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