Legge elettorale, primo via libera al Rosatellum: martedì testo in aula alla Camera

Legge elettorale, primo via libera al Rosatellum: martedì testo in aula alla Camera
di Stefania Piras
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Sabato 7 Ottobre 2017, 09:45 - Ultimo aggiornamento: 8 Ottobre, 09:27

Via libera della commissione Affari costituzionali al "Rosatellum 2.0". Il testo approderà nell'Aula di Montecitorio dalle 15 di martedì 10 ottobre. A favore hanno votato i deputati di Pd, Ap, Lega, FI, Ala, Ci e Direzione Italia. Contro si sono espressi Fdi, Al, M5s, Mdp e Si. 

Che il patto sulla legge elettorale di Pd, Fi, Lega e Ap abbia retto si è visto dall'emendamento contro Berlusconi, quello presentato dal M5S che se lo è visto bocciare. Con loro c'erano i voti di Mdp, favorevoli alla proposta pentastellata che il capo della coalizione non potesse essere un soggetto che in base ad una legge dello Stato fosse incandidabile o ineleggibile. Francesco Paolo Sisto (FI) aveva presentato un emendamneto, poi ritirato, per proteggere il Cavaliere.

C'era scritto semplicemente che il capo della coalizione doveva essere il capo della forza politica che avesse preso più voti. Dopo lo "scoglio Berlusconi" la legge vola dritta alla Camera licenziata in commissione con il sì di Pd, Lega Nord, Forza Italia, Ap, Direzione Italia, Scelta civica, Civici e innovatori. Contrari M5S, Fdi-An, Sinistra italiana, Mdp e Alternativa libera. Arriverà martedì pomeriggio a Montecitorio e il relatore Emanuele Fiano si dice molto tranquillo. «Possiamo evitare di andare al voto con una legge diversa fra Camera e Senato come più volte auspicato dal Capo dello Stato - ha detto Fiano - e con un testo che sollecita le forze politiche ad allearsi per dare governabilità al Paese. Possiamo inoltre, fra le altre cose, restituire ai cittadini il potere di scelta e uno stretto rapporto con gli eletti attraverso i collegi uninominali e le liste molto piccole di quelli plurinominali».Soprattutto Fiano accantona l'ipotesi fiducia. 

«Non abbiamo mai pensato alla fiducia» ha detto al termine dei lavori della commissione. I Cinque Stelle masticano amarissimo con i deputati Danilo Toninelli e Andrea Cecconi che promettono nuove iniziative parlamentari per affossare la legge. Toninelli lìha definita "merdellum". «È un inciucio totale contro di noi. Una legge senza preferenze, con le ammucchiate, le liste finte e la Lega che garantirà Berlusconi. Noi andremo in Aula a difendere gli italiani da questa porcheria» ha detto il deputato. Applausi da Forza Italia invece che già intravede la data delle urne. Marzo, dice Renato Brunetta. «Il vento spira dalla parte del centrodestra e dalla parte di Forza Italia - ha scritto - Il nostro asso nella manica è sempre lui: Silvio Berlusconi. L'appuntamento finale è con le elezioni politiche che si terranno nel mese di marzo del 2018». La mano tesa del Pd verso Mdp non è una stretta, ne tantomeno un abbraccio. Il Pd era riuscito a inserire l'emendamento per la raccolta firme da cui sono esentati i partiti nati prima del 15 aprile, come Mdp. Ma non basta se Alfredo D'Attorre dice: 

​«Questa legge allontana l'alleanza di centrosinistra perchè rende impossibile la costruzione di un programma e non ci è stato dato nessun chiarimento sull'ipotesi della fiducia in aula, certo non un segnale di rispetto verso il lavoro della commissione». «Non è la legge elettorale che noi avremmo voluto - dice Maurizio Lupi coordinatore nazionale di Alternativa popolare, partito che ha sostituito il M5S in questa seconda versione di accordo a quattro sul Rosatellum - noi abbiamo sempre detto che la scelta del cittadino è meglio garantita dalle preferenze, ma è un buon compromesso che garantisce la rappresentatività e armonizza le norme di Camera e Senato. É l'ultima possibilità che abbiamo di scegliere i loro rappresentanti dei cittadini e non di vedercelo imporre di risulta dalle pur legittime sentenze della Corte costituzionale».

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