Legge elettorale, ok alle coalizioni e alla soglia al 3%

Legge elettorale, ok alle coalizioni e alla soglia al 3%
di Stefania Piras
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Sabato 7 Ottobre 2017, 09:45 - Ultimo aggiornamento: 12:02

La centralità della coalizione, le pluricandidature che arrivano a cinque, ovvero un solo candidato che può presentarsi contemporaneamente in cinque collegi proporzionali (prima erano tre), e poi la soglia del 3% da raggiungere in almeno tre Regioni per l'accesso al Senato non verrà introdotta come volevano i centristi ma resterà invece la soglia del 3% a livello nazionale.

I collegi uninominali del Senato inoltre aumentano: non più 102, come era stabilito nel testo base del Rosatellum bis, ma 109. E però la vera novità è un'altra, un emendamento del relatore Emanuele Fiano che istituzionalizza la rottamazione, la prelazione anagrafica del candidato. Si tratta di una norma di chiusura, di quelle che servono a contemplare i possibili esiti delle lezioni. E nel caso in cui due candidati in un collegio uninominale ottengano lo stesso numero dei voti «è eletto il più giovane d'età».

Novità anche sulle schede elettorali che saranno dotate di istruzioni per l'uso e di tagliando rimovibile, con un codice progressivo alfanumerico. Si tratta di un bollino antifrode, che sarà rimosso e conservato dagli uffici elettorali, prima dell'inserimento della scheda nell'urna. Questo per evitare il voto di scambio, quando l'elettore arriva in cabina con una scheda già votata.

Il binario della legge elettorale torna dunque a scorrere e già martedì pomeriggio si inizierà l'esame in aula. Oggi intanto si prevede battaglia serrata sulla norma contro Berlusconi, voluta dal M5S che ieri ha pure attaccato il ministro dell'Interno Minniti, visto che la legge delega il governo a perimetrare i collegi. Sono ore difficili per il M5S che non esclude iniziative di piazza: i loro emendamenti sono stati scartati e ieri hanno anche ricevuto una frecciata dal presidente di commissione Andrea Mazziotti che ha sottolineato come i pentastellati abbiano rifiutato l'obbligo di presentazione dello statuto per andare alle elezioni. «Il M5S era favorevole in commissione a maggio 2016, astensione in aula a giugno 2016, voto contrario oggi. Insomma, prima sì, poi forse, poi no» ha commentato Mazziotti. Federica Dieni ha respinto le critiche replicando che il contesto della legge elettorale non si confà a norme sui partiti.

Infine cambiano le regole sugli autenticatori: potranno essere anche avvocati cassazionisti e novità, non è richiesta la raccolta firme per i gruppi nati prima del 15 aprile. Norma pacifica del Pd verso gli ex amici di Mdp.

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