Legge elettorale, maggioranza verso l'intesa
Letta: «Finito il tempo degli aut aut»

Legge elettorale, maggioranza verso l'intesa Letta: «Finito il tempo degli aut aut»
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Venerdì 13 Dicembre 2013, 21:21 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 09:04

passato il tempo degli aut aut, delle minacce quotidiane. C' un governo unito di gente che vuole dare risposte. Enrico Letta interviene nel dibattito sulla legge elettorale, che si era fatto subito incandescente. E assicura che dopo mesi di stallo, è giunto il momento di portare a casa la riforma dell'incostituzionale Porcellum, di cui si discute a vuoto da anni.

«Se ne parlerà nella maggioranza», dice delimitando il campo in cui si cercherà in prima battuta un'intesa. E ricorda che l'obiettivo è portare avanti insieme anche riforma del bicameralismo e taglio dei parlamentari. A inizio anno un accordo politico sulla legge elettorale, a febbraio l'approvazione in prima lettura alla Camera, entro le europee la seconda lettura al Senato. È il 'timing' ipotizzano dai renziani, che già lavorano a una proposta su cui aprire la discussione nel merito con gli altri partiti. È unanime, del resto, la convinzione nella maggioranza che l'accordo vada cercato e trovato nelle prossime settimane. L'ha detto il ministro Gaetano Quagliariello: «Subito dopo la Befana» si dovrà poter certificare che c'è un modello condiviso e una visione comune. Altrimenti, ha aggiunto ieri, è «crisi». Ma a rassicurare Ncd e anche montiani e popolari, sono arrivati prima i ministri Pd, poi le parole di Letta. Ma, spiegano i renziani, nel timore di essere imbrigliato da tentativi di dilazione e 'paludi', il segretario si tiene sempre aperta la 'exit strategy' del dialogo con Berlusconi e Grillo.

Sui tempi delle riforme, vigileranno i presidenti delle Camere. Nel giorno in cui il governo archivia definitivamente, comunicandolo alla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, il ddl costituzionale per istituire un Comitato bicamerale per le riforme, la presidente Laura Boldrini scrive al presidente della I commissione, Francesco Paolo Sisto (FI), per chiedergli di «iniziare tempestivamente» il dibattito in commissione. Senza un accordo politico, però, è difficile ottenere risultati. Il segretario del Pd chiarirà meglio, nei prossimi giorni, i contorni della sua proposta, che ha sempre fondato sull'assioma per cui la sera delle elezioni si deve sapere chi ha vinto e chi ha vinto deve poter governare per 5 anni. I suoi stanno già predisponendo, anche attraverso contatti informali con gli altri partiti, un testo che sarà probabilmente depositato la prossima settimana. Ma Renzi potrebbe limitarsi a tratteggiare uno schema e fissare alcuni paletti nell'ambito dei quali aprire il dialogo. Sicuramente, spiega un 'tecnicò a lui vicino, il modello dovrà avere un effetto maggioritario, «ma in concreto questo principio si può tradurre in 500 soluzioni diverse». Un fosco scenario si apre nel caso in cui prevalga un sistema proporzionale, secondo Silvio Berlusconi: questo Paese sarebbe ancora più «ingovernabile» e si aprirebbe la via a un nuovo governo di larghe intese tra Pd e M5S, con il «giustizialismo che si somma all'ingiustizialismo». Forza Italia teme di essere tagliata fuori dal tavolo sulla legge elettorale e alza la voce: «No a colpi di mano».

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