Lega, Tosi: «Salvini è scorretto e sleale. Si comporta come un dittatore».

Lega, Tosi: «Salvini è scorretto e sleale. Si comporta come un dittatore».
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Mercoledì 11 Marzo 2015, 14:24 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 22:35
«Resto convinto che il motivo fosse altro. Secondo me Salvini voleva il controllo dittatoriale della Lega Nord, e di questo si assume la responsabilità».

Lo ha detto Flavio Tosi, in una conferenza stampa a Verona, sui motivi della sua cacciata dal Carroccio.​



«Quindi visto che le decisioni le ha prese il segretario federale, la delusione sui comportamenti anche umani è nei confronti del segretario federale, cioè di Matteo Salvini».



«Una candidatura di Flavio Tosi? Sembra intenzionato a farlo ed ognuno, nella sua vita, fa quel che vuole; ma io non la temo». Così intanto Luca Zaia, sull'ipotesi che il sindaco di Verona espulso dal Carroccio corra autonomamente per la presidenza della Regione Veneto.



«Al di là dei sondaggi che ci danno vincenti - ha spiegato Zaia - io butto il cuore oltre l'ostacolo. Nel 2002, quando già la Lega governava a Roma da un anno, dissi che avrei corso per le provinciali di Treviso, ma da solo. Mi piacciono infatti le sfide, soprattutto su un terreno fangoso, dove corro meglio, perché non sono uno da piste d'atletica».



«Non c'è stata nessuna interferenza della Lega Nord sulla Liga Veneta», ha aggiunto. «Se c'è un venetista, quello sono io, che non mi sono mai schierato con Milano, né con nessun altro. E, in cinque anni, non ho mai ricevuto nessuna telefonata da Milano che mi dicesse di fare qualcosa. Anche perché la Lega, quando ha dovuto scegliere la regione da portarsi a casa, ha puntato sul Veneto e non sulla Lombardia».



«Oggi era giusto che ne parlassi, ma non lo farò più nei prossimi giorni», ha concluso riferendosi all'intera vicenda che ha coinvolto Flavio Tosi. «Lui - ha proseguito - ha giustamente ricordato di aver chiesto di incontrarmi e io, essendo aperta ormai da un anno la vicenda sulla lista-Tosi sì o no, ho aderito alla proposta di Salvini di incontrarci tutti e tre, fissando una data a Vicenza». «Due giorni prima, il sabato - conclude Zaia - si è però riunito il consiglio nazionale della Liga e ha deciso alcune cose, tanto che Tosi è venuto a dirci che tutto era deciso e non c'era nulla da discutere».



Lo scontro Tosi-Salvini «Era chiaro che le possibilità di ricomposizione erano pari a zero. Questa partita deve servire da insegnamento a tutti, non solo a noi», ha detto Zaia, commentando l'esito del braccio di ferro tra Salvini e Tosi. «Penso che Salvini, che ha cercato di ricomporre questa partita, che inizia e finisce sul tema della fondazione di Tosi - ha aggiunto -, abbia fatto il suo dovere di segretario, tutelando il suo partito e ha avuto il merito di fare chiarezza a due mesi dalle elezioni».



«Non ho elementi per dire se questo finale fosse il progetto che Tosi aveva nel cassetto e, alla fine, non ho capito se voleva una sua lista» ha proseguito Luca Zaia. «Ma il problema - ha sottolineato - è stato fagocitato subito dal tema della Fondazione. L'unica cosa che si capiva è che questa Fondazione cresceva giorno dopo giorno, assumendo sempre più i connotati di un partito, come ha evidenziato la Lega».



Tosi Dal canto suo Tosi prende atto della rottura: «Ora penserò al mio futuro. Questa è una brutta botta, anche psicologicamente. Questa rottura che ha creato e voluto Salvini, rifiutando anche una proposta formale di mediazione, rischia di danneggiare il centrodestra e favorire il centrosinistra. Ma questo Salvini probabilmente l'ha messo in conto», ha detto al Tg2. Ma Tosi ha precisato che «qualsiasi decisione prenderò nei prossimi giorni non agirò per vendetta».



«E' una giornata non facile - ha spiegato Tosi - dal punto di vista personale, la Lega era casa mia e dopo 25 anni di storia ne sono fuori.
Chiuderli così non è umanamente piacevole. La mia vita era lì ma sono stato cancellato e personalmente mi pesa parecchio». Secondo Tosi ad allontanare la sua figura dalla Lega «più che una questione di liste o del commissariamento sono state probabilmente le mie posizioni contrapposte a quelle del segretario federale sull'Euro e sulla flex tax».




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