Gentiloni: «E' un errore, così si frena la crescita». La Ue: «Pericolo serio»

Gentiloni: «E' un errore, così si frena la crescita». La Ue: «Pericolo serio»
di Alessandro Cardini e Alberto Gentili
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Venerdì 31 Marzo 2017, 07:47
ROMA La parola d'ordine a palazzo Chigi e a Bruxelles è «cautela». Primo, perché a Washington al di là degli annunci minacciosi di dazi punitivi contro la Vespa e altri prodotti europei, nulla è deciso. Secondo, perché il 20 aprile Paolo Gentiloni farà visita a Donald Trump e il premier italiano non intende bussare allo Studio Ovale con un aspro contenzioso in atto. «Ma è evidente che la difesa del libero scambio è tra i dossier più importanti che Paolo affronterà con il presidente americano. Come ha detto mille volte, alzare muri è un grave errore», afferma uno stretto collaboratore di Gentiloni.

In più, questa è una partita che Roma non può giocare da sola. «Il commercio è materia esclusiva dell'Unione europea», spiega il sottosegretario Sandro Gozi, «e anche se volesse, l'Italia non potrebbe imporre dazi alle merci americane. La decisione di eventuali ritorsioni, che sarebbero un disastro per tutti, andrebbe presa in sede europea. Tra l'altro l'Europa, che è il primo mercato commerciale al mondo, agirebbe da una posizione di forza».
Ma, si diceva, la parola d'ordine è cautela. Così a Bruxelles un portavoce della Commissione si limita a dire: «Continuiamo a seguire la vicenda con attenzione. I dazi sarebbero uno sventurato passo indietro». Il contenzioso con gli Usa è antico. Riguarda il mancato rispetto, per l'assenza di una quota a favore dell'export americano, dell'importazione da parte dell'Europa di 45 mila tonnellate di carni di manzo di alta qualità.

E molti, a Bruxelles, scommettono che la minaccia serva a Washington per spingere diversi Stati europei a premere sulla Commissione affinché accolga le richieste americane.

L'ALTOLÀ DEL GOVERNO
Tra vedere e non vedere, Gentiloni - a Monfalcone per il varo della nave Majestic Princess della Fincantieri - ha messo a verbale: «La qualità non ha frontiere. Dazi, protezionismi, chiusure non possono essere barriere che mettono un freno, un muro alla qualità. La qualità è crescita e benessere per tutti, coinvolgendo migliaia di piccole e medie aziende italiane».

Improntata alla cautela anche la dichiarazione del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda: «Le notizie riportate dalla stampa americana sono ancora delle semplici indiscrezioni che speriamo non vengano confermate. In questo momento di tutto abbiamo bisogno tranne che di tensioni commerciali che non trovano giustificazione né nel contenuto, né tantomeno nel contesto del fondamentale rapporto strategico tra i due più importanti partner commerciali e di investimento al mondo». E il sottosegretario Gozi: «Troverei strano impostare in questo modo i rapporti commerciali tra le maggiori economie. Non converrebbe né agli Usa né all'Unione, ma soprattutto non converrebbe agli Usa».

Eppure, in Italia, il leghista Matteo Salvini benedice l'iniziativa di Trump: «Fa gli interessi dei propri cittadini». Immediata la replica del governo con il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova: «La nota stonata non è che Salvini tifi contro i prodotti italiani, ma che pensi che tassare del 100% i consumatori americani che vogliono comprare una Vespa sia fare gli interessi degli Usa. Come tassare del 100% i consumatori italiani che acquistano un I.Phone sia nell'interesse dell'Italia. L'ideologia protezionistica prepara solo guerre commerciali autodistruttive».