«In America - ha detto Kerry - siamo felici di vedere che l'Italia è guidata con coraggio, nella giusta direzione e nel pieno sostegno dei legami transoceanici», un'Italia che con gli Usa «ha avuto e sempre avrà legami straordinari», legami «profondi e stretti» che sono «cementati da valori condivisi, dai contatti tra le persone e, sì, anche da cibo delizioso e qualche volta pure da un bicchiere di vino». Renzi ha poi replicato: per il nostro Paese, «gli Usa non sono solo il migliore alleato ma anche un amico».
Per il segretario di Stato, è un «leader europeo sempre più importante», un «high-energy guy» ossia un ragazzo di grande energia con una «forza unica e dinamica». Kerry non ha nascosto di apprezzare il «rispetto e la comprensione eccezionali» delle sfide globali dimostrate da Renzi, dall'Ucraina alla Siria passando per l'Iraq, il terrorismo, il cambiamento climatico e la Libia, dove con la «diplomazia che guarda avanti» di Renzi «si è venuta a creare una nuova speranza, i terroristi di Daesh sono stati spinti indietro e un nuovo governo sta diventando credibile giorno dopo giorno».
Il presidente del Consiglio ha portato a casa le lodi di Kerry anche sulla gestione della crisi dei migranti: «L'Italia ha mostrato come gestire efficacemente e umanamente la crisi dei rifugiati. E dovremmo ricordarci che lo spostamento di rifugiati e migranti non è solo una narrativa della disperazione, non si tratta solo di persone che sono state obbligate a fuggire dalle loro case. Può essere anche la storia, in molti casi, di criminali, di trafficanti di esseri umani che riempiono barconi di persone di cui prendono i soldi senza interessarsi se vivranno o moriranno». Kerry non ha mancato di ricordare che «negli ultimi tre anni l'Italia ha aiutato oltre 450.000 migranti in pericolo a raggiungere la costa al sicuro».
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