IPOTESI
«La Consulta può eliminare alcuni aspetti, non riscrivere l'Italicum», fa notare il presidente emerito Ugo De Siervo. In realtà, tra le strade possibili, così come è avvenuto con il Porcellum, c'è l'ipotesi che la legge venga di fatto riscritta con una sentenza articolata, anche per evitare la vacatio legis. Non è, però, detto che i giudici delle leggi seguano questa strada.Anzi, la Corte potrebbe anche dichiararsi incompetente su una legge mai applicata. Il ballottaggio, vero snodo, esiste in sistemi elettorali stranieri e nelle amministrative in Italia: la Consulta difficilmente potrà intaccarlo. Semmai agirà sul meccanismo che, al secondo turno, assegna il premio di maggioranza a chi vince, consegnandogli 340 seggi; e potrebbe o agganciare il premio a un quorum di voti sotto il quale non scatta, o ritenerlo eccessivo. Questo richiederebbe un intervento del legislatore. Sui capilista, la corte potrebbe dire no alle candidature multiple. Ma questo è un capitolo meno spinoso.
Renzi ha dato le dimissioni e Mattarella ha aperto le consultazioni. Una domanda lecita è se, con un nuovo governo, possa cambiare il mandato affidato all'Avvocatura dello Stato, e nello specifico a Vincenzo Nunziata, per difendere l'Italicum. Il 3 gennaio scadranno i termini per le parti, Avvocatura compresa, per depositare memorie. Al momento tutti sembrano escludere che cambi il quadro già definito. Quanto ai giudici costituzionali, con Giuseppe Frigo che si è dimesso sono in 14, numero pari, e in caso di parità al voto, quello del presidente Grossi vale doppio.