Davigo, il Csm lo gela dopo gli attacchi ai politici: «Non alimenti inutili conflitti»

Davigo, il Csm lo gela dopo gli attacchi ai politici: «Non alimenti inutili conflitti»
di Mario Stanganelli
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Sabato 23 Aprile 2016, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 14:25

Con un’intervista al Corriere e una Lectio magistralis all’Università di Pisa Piercamillo Davigo terremota il già accidentato terreno dei rapporti tra politica e magistratura. Nei confronti della prima il neo presidente dell’Anm e storico pm di Mani pulite afferma che «i politici rubano più di prima, solo che oggi hanno smesso di vergognarsi». Quanto al governo, Davigo sostiene che «Renzi fa le stesse cose dei suoi predecessori» e che la sinistra «ha fermato la lotta alla corruzione con più destrezza della destra».

Prevedibili le reazioni di un mondo politico che rifiuta il metodo davighiano di «fare di tutta l’erba un fascio». Con l’eccezione di una parte dell’opposizione, soprattutto i 5 Stelle ma anche la Lega e Fratelli d’Italia, che applaudono l’intervento dell’ex pm che voleva «rivoltare l’Italia come un calzino». Ma la voce più significativa e autorevole levatasi contro Davigo è quella del vicepresidente del Csm Giovanni Legnini. Che, riecheggiando critiche sollevate da più di un collega dello stesso capo della rappresentanza sindacale delle toghe, ha seccamente affermato che le sue parole «rischiano di alimentare un conflitto di cui la magistratura e il Paese non hanno alcun bisogno, tanto più nella difficile fase che viviamo nella quale si sta tentando di ottenere, con il dialogo e il confronto a volte anche critico, riforme, personale e mezzi per vincere la battaglia di una giustizia efficiente e rigorosa, a partire dalla lotta alla corruzione e al malaffare».

INDIGNAZIONE
Indignazione nel Pd, partito che più degli altri è sembrato essere nel mirino del presidente dei magistrati. E nonostante il tacito invito a non «cadere nella provocazione», più di un esponente dem è insorto contro le «inaccettabili accuse» di Davigo. La presidente della commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferrante, magistrato fuori ruolo a sua volta, ha detto di conoscere, avendolo sentito nei convegni, il pensiero di Davigo, ma - ha osservato - «che queste riflessioni le faccia da presidente dell’Anm è grave, perché è un atteggiamento di scontro fine a se stesso e di pregiudizio verso un’intera classe». Quello che però lascia «più attonita» l’esponente del Pd è proprio questo «pregiudizio diffuso e generalizzato verso tutta la classe politica che contrasta con il ruolo di magistrato che dovrebbe giudicare caso per caso». Davigo, infatti, rileva la Ferrante, «continua a fare il giudice della Cassazione ed emette sentenza. Come può farlo con questo pregiudizio?». Anche il responsabile Giustizia della segreteria del Nazareno David Ermini rigetta le tesi di Davigo affermando che le sue parole «fanno paura ai magistrati. Cerca la rissa ma non la troverà. I giudici - dice Ermini rilanciando una frase ripetuta spesso da Renzi - parlino con le sentenze, noi rispettiamo il loro lavoro».

La dichiarazione di Ermini innesca la replica dello stesso Davigo che da Pisa ribatte: «Dire che i magistrati devono parlare solo con le sentenze equivale a dire che devono stare zitti». Nella sua Lectio l’ex pm ribadisce suoi noti concetti come quello di «meccanismi premiali per chi denuncia la corruzione» e l’opportunità di «operazioni sotto copertura», mandare cioè poliziotti a offrire danaro a politici per arrestarli se lo accettano. La conclusione è che «la classe dirigente di questo Paese quando delinque fa un numero di vittime incomparabilmente più elevato di qualunque delinquente da strada».

Opinioni rigettate da un vasto schieramento di forze. Oltre al Pd,FI, Ncd e Ap, mentre «solidarietà a Davigo» viene espressa del grillino Luigi Di Maio, che polemizza con il Pd che «invece di fare pulizia in casa propria, attacca un magistrato che nessun cittadino potrebbe smentire». Un comunicato del gruppo M5S del Senato afferma inoltre che le «operazioni sotto copertura» proposte da Davigo erano già in una Pdl pentastellata presentata 3 anni fa a palazzo Madama. Ad attaccare il Pd è anche il fuoruscito Alfredo D’Attorre sostenendo che il suo ex partito usa contro i magistrati «gli stessi argomenti del centrodestra». Da parte sua il leader della Lega Salvini ha annunciato che incontrerà Davigo nei prossimi giorni.
 

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