M5S, Grillo: «Svolta garantista? Altra bufala dei media»

M5S, Grillo: «Svolta garantista? Altra bufala dei media»
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Mercoledì 4 Gennaio 2017, 13:15 - Ultimo aggiornamento: 21:01

«Il codice di comportamento di M5s (votato ieri dalla stragrande maggioranza degli iscritti) rappresenta una svolta garantista? Falso. È un'altra bufala di giornali e tv». E' quanto si legge sul blog di Beppe Grillo in un post che si riferisce ai commenti al nuovo codice grillino

Beppe Grillo torna di nuovo all'attacco dei media bollando come «una bufala» l'interpretazione data da stampa e televisione di una svolta garantista dietro la decisione del Movimento di dotarsi di un codice etico, approvato ieri sera dopo una giornata di votazioni via web.

In un post sul blog, questa volta firmato proprio dal M5s, si smentisce questa «svolta», anzi viene sottolineato non solo che il nuovo regolamento è una «garanzia per i cittadini», ma che «se il Pd lo applicasse non resterebbe quasi nessuno» . Un ennesimo affondo che tiene alta la tensione con il resto dei partiti a cui però si aggiungono anche gli ex grillini, quelli «epurati» pronti ad impugnare il nuovo codice. Nel mirino del leader e del suo Movimento sono dunque ancora una volta i mezzi di informazione. E se la precisazione sul tg di La7 con un post scriptum sempre sul blog penstellato consente a Grillo di evitare la denuncia del direttore Enrico Mentana («cadono gli estremi della querela con questa precisazione», afferma il giornalista), la nuova crociata contro «le bufale mediatiche» e l'adozione del codice etico scatenano una nuova ondata di accuse, dentro e fuori l'organizzazione pentastellata. «La svolta garantista dei grillini è durata soltanto poche ore.

Rimangono i giustizialisti di sempre e senza alcuna credibilità», è la convinzione della responsabile comunicazione di Forza Italia Deborah Bergamini. Mentre il senatore del Pd Andrea Marcucci precisa che il nuovo regolamento M5s «non rappresenta una svolta garantista, è solo un salva-amici votato da 4 gatti. Pronti a dare battaglia sul nuovo codice sono anche gli ex parlamentari che nel corso di questi anni sono stati espulsi dal Movimento. A chiedere spiegazioni su quanti siano gli iscritti che hanno diritto di voto sul web è la senatrice Serenella Fucksia: »Se i potenziali elettori M5S viaggiano tra gli 8 e i 12 milioni, ci troviamo di fronte a votazioni farsa, funzionali solo a ratificare decisioni già prese
».

«Non è un caso che Grillo abbia incassato il suo finto sì, confermandosi sovrano assoluto del MoVimento e relegando Casaleggio junior, che pur detiene la chiave del preziosissimo mega data-base, ad una mera controfigura«. Sul piede di guerra anche Federico Pizzarotti. Il sindaco di Parma venne sospeso dal Movimento per un avviso di garanzia (oggi con le nuove regole non sarebbe più così) si scaglia contro gli ex colleghi accusandoli di »doppiopesimo. Finché ci sarà una struttura» che valuta «sulla base di principi soprattutto personali - ha argomentato - è evidente che ci saranno sempre due pesi e due misure». Chi invece si prepara alla battaglia legale è la pattuglia di »epurati« in occasione delle elezioni comunali a Roma e Napoli: »La prossima settimana - annuncia il loro avvocato Lorenzo Borrè - impugneremo le nuove regole e il 'non statutò«. A difendere la scelta del leader M5s è invece Antonio Di Pietro.

L'ex pm di Mani Pulite non ha dubbi:
«Condivido il nuovo codice etico, perché l'avviso di garanzia vuol dire tutto e non vuol dire niente, così come è troppo e troppo poco collegare ad un procedimento penale la credibilità di una persona». a fare quadrato poi intorno al fondatore del Movimento sono tutti i big pentastellati che dalle loro pagine facebook respingono al mittente ogni accusa. »Dal 5 dicembre - replica Alessandro di Battista - è partita una crociata contro il Movimento Cinque Stelle. Tutti i partiti (e gran parte dei giornali a loro riconducibili) stanno giocando a Risiko e hanno in mano tutti la stessa carta-obiettivo: 'devi distruggere M5S'. Gli fa eco Danilo Toninelli, convinto del percorso intrapreso: «Le reazioni veementi dei vecchi partiti e dei giornalini di sistema dimostrano che abbiamo colto nel segno!».


 

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