Lega-M5S, braccio di ferro sui sottosegretari col nodo delle Tlc

Lega-M5S, braccio di ferro sui sottosegretari col nodo delle Tlc
di Marco Conti
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Domenica 3 Giugno 2018, 09:48
Una valanga di sottosegretari, quattro capigruppo, tutte le presidenze delle Commissioni e una corposa quanto attesa infornata di nomine in aziende partecipate dallo Stato con in testa la Cassa Depositi e Prestiti.
In attesa del voto di fiducia di dopodomani alla Camera, continua febbrile il lavoro dei due leader, Di Maio e Salvini, per sistemare le caselle del governo. I sottosegretari dovrebbero essere una quarantina. Dopo lo scontro dei giorni scorsi, è destinata a rimanere nelle mani del premier la delega ai servizi segreti, ma non è detto che il governo resti con un solo sottosegretario alla presidenza. Per ora c'è Giancarlo Giorgetti, ma Vincenzo Spadafora (M5S), a lungo indicato come ministro, potrebbe rientrare avendo competenza su affari sociali o editoria. Risolta la disputa sui servizi, resta quella sulle telecomunicazioni.

I VUOTI
La delega sulle frequenze televisive - solitamente assegnata ad un viceministro, con l'avvento del digitale, ha perso un po' di peso, ma resta sempre importante per calibrare i rapporti della maggioranza con Silvio Berlusconi. La Lega la vorrebbe per sè, ma poichè la competenza rientra nei dicasteri affidati a Di Maio, Sviluppo Economico e Lavoro, non è detto che venga esternalizzata.

Nell'esecutivo sembra passata del metà e metà per quanto riguarda i ministeri affidati a tecnici (Esteri, Economia e Difesa), mentre negli altri il colore di vice e sottosegretari dovrebbe seguire quello del ministro.
La carenza di donne nell'esecutivo i grillini potrebbero compensarla con Laura Castelli (Economia), Tiziana Ciprini, Fabiana Dadone, Marta Grande, Paola Taverna, Sabrina Ricciardi, Giulia Sarti e Laura Bottici. Rimasto fuori dalla partita dei ministri, Lorenzo Fioramonti potrebbe venire recuperato come vice al Mise mentre posti di governo potrebbero avere parlamentari già alla seconda legislatura come Vito Crimi, Nicola Morra e Vittorio Ferraresi. Sempre in area pentastellata, si fanno i nomi di Emilio Carelli, Elio Lannutti e Stefano Buffagni.

In casa Lega la partita dei viceministri e sottosegretari si intreccia con quella dei gruppi. Al posto di Giorgetti, potrebbe guidare il gruppo alla Camera Guido Guidesi e al Senato Stefano Candiani prenderà il posto di Centinaio. Nell'elenco tutti i fedelissimi di Salvini. A cominciare da Edoardo Rixi, Nicola Molteni (Mise), Angela Colmellere, Gianni Tonelli, Massimo Bitonci, Massimo Garavaglia, Paolo Grimoldi, Gianluca Cantalamessa, Filippo Maturi. Posto potrebbero anche trovarlo i due teorici del Carroccio come Alberto Bagnai (Mise) e Armando Siri (Trasporti) che hanno sfiorato il posto da ministro. L'emiliana Lucia Bergonzoni e la romana Barbara Saltamartini sono anch'esse in pista per un ruolo di governo che, come per le presidenze della Commissioni, dà diritto ad un'indennità aggiuntiva rispetto a quella parlamentare.

LA PAZIENZA
Lega e M5S puntano a chiudere la vicenda di vice ministri e sottosegretari in settimana ma il risiko si intreccia con quello delle commissioni parlamentari che cominceranno a delinearsi dopo il voto di fiducia di mercoledì anche se domani i presidenti delle due Camere chiederanno ai partiti di indicare i nomi.

Presidenze importanti sono quelle delle commissioni bicamerali che solitamente sono delle opposizioni. Ovvero a FI e Pd. FdI non è al governo, ma ha promesso l'astensione e potrebbe spuntare la presidenza della Vigilanza Rai mentre potrebbe andare al Pd la presidenza del Copasir.
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