Senato, tra verdiniani ed ex M5S maggioranza verso quota 188

Denis Verdini
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Lunedì 13 Luglio 2015, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 15 Luglio, 22:05
La maggioranza a palazzo Madama veleggia verso quota 188 senatori. Il momento della verità sarà il 31 luglio quando si vedrà chi è disposto a votare o meno in commissione Affari Costituzionali la riforma del Senato.

Solo allora, avverte il parlamentare di Gal Lucio Barani, si capirà infatti chi sarà pronto ad entrare nel nuovo gruppo messo in piedi da Denis Verdini per sostenere Renzi e chi invece resterà fedele alla «Forza Italia del cerchio magico» che dopo la rottura del Patto del Nazareno ha voltato, almeno per ora, le spalle a Palazzo Chigi.



Tutto è pronto infatti per il «grande salto», come ha confermato anche un altro esponente di Gal Vincenzo D'Anna in un'intervista a «Il Corriere della Sera». E la nascita del nuovo gruppo, che dovrebbe

chiamarsi «Azione liberale per le Autonomie», potrebbe contribuire a ridisegnare la geografia numerica di Palazzo Madama garantendo un pò più di serenità all'esecutivo Renzi per il prosieguo della

legislatura.



Una legislatura che, come osservava anche ieri il premier, potrebbe avere un momento di verifica nel 2016 quando lui è «molto fiducioso» di vincere il referendum sulle riforme. In quell'occasione, osserva, gli italiani saranno chiamati ad «accettare o meno le riforme, le molte riforme, promosse dal mio governo». E «sarà l'occasione in cui la gente potrà esprimere o meno il proprio vero consenso alla nostra volontà politica».



Nell'attesa, non resta che serrare il più possibile le file al Senato dove la maggioranza è da sempre in

bilico. E, calcolatrice alla mano, i verdiniani potrebbero contribuire non poco a mettere in sicurezza la compagine governativa anche se l'obiettivo primario di Renzi resta quello di chiudere prima con i suoi per non far diventare il drappello dei fedelissimi di Denis l'ago della bilancia della legislatura.



Così si parla di una maggioranza che potrebbe arrivare a circa 188 senatori (sempre che i 25 dem del documento a favore del Senato elettivo restino tutti con Renzi) contro i 126 dell'opposizione. In

soccorso del premier poi si sono aggiunti altri due parlamentari ex M5S che hanno annunciato l'adesione alla componente dell'Idv: Alessandra Bencini e Maurizio Romani. Diventando così tre con Michelino Davico. Ai 188 quindi ci si arriva sommando i 113 del Pd (che senza i 25 sarebbero però 88), i 36 di Ncd (35 se Azzollini andrà agli arresti domiciliari nel frattempo), i 15 che vengono attribuiti a Verdini, i 2 di Gal che votano con la maggioranza e i 19 delle Autonomie.



Ma per ricompattare tutti i Dem Renzi dovrà concedere qualcosa almeno sul fronte del Senato elettivo. Si studia una soluzione che non preveda di dover rimettere mano all'articolo 2 del ddl, considerato il vero «vespaio» del provvedimento, ma non è così semplice. E non si può escludere quello che teme Renzi da tempo e cioè che alla fine sia proprio Grasso a consentire che si rimetta in discussione l'articolo della discordia offrendo il destro ai più irriducibili tra i Dem per rimettere tutto in discussione.



Nel frattempo, i verdiniani continuano incessanti nella loro campagna acquisti perchè, come sottolinea D'Anna, ormai la FI del «cerchio magico» «è destinata al cupio dissolvi» ed è meglio lavorare per un «grande partito riformista» con il Pd. Alla Camera infatti sono pronti a diventare una componente del Misto perchè i 20 necessari a creare un gruppo autonomo ancora non si trovano. Anche se a Montecitorio, si ribadisce a Palazzo Madama, problemi di numeri per la maggioranza non ce ne sono.



«Noi quello stesso testo di riforma del Senato - spiega Barani - lo abbiamo già votato l'8 agosto

dell'anno scorso, perchè ora dovremmo dire di no? Solo perchè spinti dall' isterismo politico di qualcuno

come Brunetta o del »cerchio magico?«. »Quella riforma mi piace - aggiunge - perchè simile a quelle

che mise in campo Craxi e io, avendola già votata, riconfermerò il mio sì«. E se questo »verrà

considerato come uno strappo bene - afferma Barani - noi siamo pronti ad affrontare la

situazione...»
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