Giovanardi lascia Ncd e maggioranza: «Basta fare gli utili idioti di Renzi»

Carlo Giovanardi
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Martedì 27 Ottobre 2015, 11:44 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 10:31
Ncd «ha fallito», basta con l'essere «utili idioti» di Renzi. Quello di Carlo Giovanardi era un addio nell'aria da giorni. Un addio che, dopo lo strappo nella maggioranza sulle unioni civili e le dimissioni da coordinatore di Gaetano Quagliariello, si concretizza all'alba dell'approdo della legge di stabilità al Senato assieme alla rottura dei Popolari liberali, area che proprio a Giovanardi fa riferimento.



Dai vertici di Ncd non arriva alcun commento ufficiale ma, non a caso, si torna a rivendicare il 'pesò degli alfaniani sulla manovra e, più in generale, sulle scelte di governo. Oggi lo spunto giunge infatti dal ministro Dario Franceschini che, parlando dell'innalzamento del limite del contante a 3mila euro sottolinea: «Con Alfano abbiamo discusso più volte, questa volta ha vinto lui». Parole alle quali replica prima la portavoce di Ncd, Valentina Castaldini («Franceschini conferma il peso di Ncd, con buona pace di chi continua a dire che siamo schiacciati sul Governo») e poi lo stesso Angelino Alfano, che sottolinea come il suo collega abbia «ragione e vigileremo perchè la vecchia sinistra non ottenga passi indietro».



Una replica che, indirettamente, si rivolge anche a chi, come Giovanardi oggi dice basta prendendo atto - assieme ad alcuni coordinatori provinciali, un sindaco, e diversi esponenti emiliani - «dell'incomprensibile atteggiamento di Ncd, disponibile ad accettare qualsiasi forzatura pur di non mettere in discussione la sua partecipazione al Governo sino a teorizzare un'alleanza strategica con la sinistra».



Un addio, quello Giovanardi alla maggioranza, che va inquadrato nei malumori crescenti di una parte del partito, ai quali hanno dato il là le dimissioni di Quagliariello. L'ex ministro starebbe lavorando a un movimento che parta dal territorio, più che dai palazzi, che faccia riferimento al civismo e ai movimenti che hanno portato alla vittoria del centrodestra a Venezia, Nuoro od Arezzo.



Interlocutori naturali potrebbero essere il movimento di Flavio Tosi o i Conservatori e riformisti di Raffaele Fitto anche se qualsiasi movimento a livello di gruppi parlamentari sarebbe stato rimandato a dopo il primo ok alla manovra. Di certo Giovanardi non è il solo scontento che potrebbe seguire Quagliariello. Tra i nomi che rimbalzano si fanno quelli di Andrea Augello, Eugenia Roccella o Vincenzo Piso con il dossier unioni civili (sul quale oggi il M5S incalza il governo sottolineando come, senza Giovanardi, non abbia più «alibi» per rallentare l'iter) a fare da miccia. «Noi siamo quelli che consentiamo a Renzi di governare con i nostri voti e in cambio lui che fa? Tutto ciò che a noi non piace lo fa passare con i voti del M5S?», tuona Giovanardi, individuando nelle Comunali 2016 il teatro di questa nuova area che si affaccia nel centrodestra e negando qualsiasi ingresso in FI.



Ma il dialogo con Silvio Berlusconi resta sullo sfondo in un centrodestra oggi più che mai frammentato e che vede gli azzurri e Alfano oggi agli antipodi.
E l'editoriale con cui Ncd, replicando a 'Il Giornalè, attacca l'ex premier accusando di aver «tradito 13 milioni di italiani» con le sue recenti scelte ne è la plastica dimostrazione.
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