Gentiloni in campo: «M5S non governerà». Padoan corre a Siena, Franceschini a Ferrara

Gentiloni in campo: «M5S non governerà». Padoan corre a Siena, Franceschini a Ferrara
di Mario Stanganelli
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Lunedì 22 Gennaio 2018, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 10:11

Domani Matteo Renzi presenterà il programma elettorale del Pd. Individuati i punti concreti da offrire alla riflessione degli italiani il leader dem, nell'accettare l'investitura di capo politico del suo partito, dichiara: «Tutti promettono miracoli noi saremo seri e responsabili. L'Italia vuole concretezza, non apprendisti stregoni».

Intanto, sul piano degli schieramenti elettorali, spicca la decisione di Paolo Gentiloni di candidarsi anche nell'uninominale nel collegio di Roma 1. Una sfida non priva di rischi che però il premier intende portare avanti nel cuore della sua città, e che è stata al centro di differenti valutazioni. Tra cui qualcuna attribuita al Quirinale, che alcune voci davano preoccupato a vedere il presidente del Consiglio esposto a un possibile rischio bocciatura nel collegio maggioritario, magari senza la copertura della candidatura nel proporzionale. Ma, a questo proposito, si è appreso come, dalle parti del Colle, si sottolinei che il presidente della Repubblica non si è mai occupato di candidature e tanto meno di quella del presidente del Consiglio.

FRONT MAN
Quanto allo stesso Gentiloni, una volta tratto il dado di essere il front-man dell'alleanza di centrosinistra, sembra voler andare, al di là del suo noto aplomb, à la guerre comme à la guerre, e nella lunga intervista a Il Foglio che segna l'inizio della sua campagna elettorale attacca d'infilata il nemico d'elezione del Pd già individuato da Matteo Renzi nel M5S. «Il Movimento 5 Stelle - afferma il premier - non ci deve spaventare. Perché è una forza che se anche ottenesse i risultati che attualmente gli vengono attribuiti da sondaggi non so quanto generosi, non avrebbe i numeri per governare. D'altra parte - aggiunge - fuori dall'Italia nessuno mi ha mai mostrato preoccupazione per la possibilità, a cui nessuno crede, che il M5S possa arrivare al governo dell'Italia».

Altro discorso - si potrebbe arguire da un altro passaggio dell'intervista - quello riguardante possibili larghe intese che, per ora, Gentiloni si limita ad apprezzare in Germania dopo l'accordo raggiunto tra Cdu e Spd per il rinnovo della Grande Coalizione: «Un passo avanti - dice il premier - per il futuro dell'Europa e in particolare per i Paesi del Mediterraneo. Nel testo dell'accordo tra Merkel e Schulz ci sono moltissimi argomenti vicini a quelli che sostiene l'Italia con i Paesi dell'Europa mediterranea».

Altre figure di primo piano del Pd hanno intanto fatto le loro scelte di candidatura. Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini si blinda nel collegio uninominale della sua Ferrara. Mentre meno scontata è la scelta del titolare dell'Economia Pier Carlo Padoan che, da rispettato economista prestato alla politica, non si sottrae all'impegno in prima persona a sostegno del Pd in un collegio dalle molte implicazioni, se non altro simboliche, per il ministro dell'Economia: quello di Siena teatro della controversa vicenda del Monte dei Paschi, banca che lo stesso Padoan ha contribuito a salvare evitando il crac del più antico istituto di credito d'Europa.

 

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