Amministrative 2017, l'ex feudo pci a un manager

Amministrative 2017, l'ex feudo pci a un manager
di Claudia Guasco
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Lunedì 26 Giugno 2017, 08:07
dal nostro inviato

GENOVA Marco Bucci ha la stoffa del manager: «Lavoro, bilancio, sicurezza, pulizia delle strade. Abbiamo tanto da fare e mi sa che quest'anno nessuno va in ferie». Il candidato del centrodestra è sindaco da pochi minuti e già detta la tabella di marcia, per tenere fede a quella politica con cui «ci si sporca le mani» propagandata in campagna elettorale. Con il 55,2% Bucci, 58 anni, curriculum nelle multinazionali Usa e una passione per la politica, sconfigge Gianni Crivello con il 44,8%, un comunista senza tessera del Pd che si è immolato alla causa del centrosinistra quando nessuno voleva fare il candidato. Per la città, dopo trentadue anni ininterrotti di sinistra al governo seppur minati da una giunta Vincenzi travolta dai guai giudiziari per l'alluvione e dal successore Marco Doria, primo cittadino uscente, accusato di immobilismo, è una svolta epocale.

IL VOTO DEI GRILLINI
Genova è una storica roccaforte rossa dove tutto era di sinistra: il porto, i cantieri Ilva di Sampierdarena, i cantautori. Ma il filo si è spezzato due anni fa, quando alle regionali i grillini sono diventati il primo partito e ora rappresentano l'ago della bilancia della contesa: quei 41.281 elettori del M5S del primo turno hanno fatto la differenza nel secondo. E adesso in comune dopo Doria, che pur si presentava come una novità nel 2012 restando comunque nel solco dei valori di centrosinistra, la città ha deciso di imboccare un'altra strada. È quella di Bucci, detto l'americano per la sua carriera nelle multinazionali Usa. Si dice abbia un debole per la Lega - si è appassionato alla cosa pubblica grazie all'amico del Carroccio Edoardo Rixi - lui rifiuta qualsiasi etichetta. È l'asso nella manica di Giovanni Toti, il governatore della Liguria che per strappare la Regione al Pd si è alleato con Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Ha avuto ragione, ha vinto le regionali del 2015 e oggi conferma che non si è trattato di un caso o di fortuna. Bucci è un personaggio diretto e pragmatico, come il suo avversario Crivello, per cinque anni infaticabile assessore alla protezione civile della giunta Doria. Hanno concluso la campagna elettorale sfidandosi sul ring di Palazzo Ducale, in un confronto senza troppo bon ton che si è concluso sfiorando la rissa quando il candidato Pd è balzato in piedi, tra gli ululati del pubblico: «Mi hanno definito finocchio, questo è il concetto di democrazia che hanno», è sbottato riferendosi ai sostenitori di Bucci. «Ma no, era Pinocchio», si difendono loro.

LAVORO E FAMIGLIA
Il programma del manager ha in cima alla lista sicurezza, lavoro e pulizia della città. Ha messo a punto un Patto per il sociale che sintetizza nel motto «prima i genovesi». Ovvero: «Le persone residenti a Genova da tanto tempo avranno dei vantaggi nell'accesso ai servizi sociali esattamente come la Regione Liguria ha stabilito per l'assegnazione delle case popolari». Annuncia la creazione di un'Agenzia per la famiglia, l'introduzione di un bonus bebè comunale, una green card per l'accesso ai servizi sociali dei giovani, una silver card per gli anziani, un servizio di pronto intervento per i disabili. «Oggi il Comune di Genova investe il 4% nel sociale - afferma Bucci - Circa 42 milioni, troppo poco. Prenderemo le risorse dagli interessi passivi: il Comune oggi paga quasi 120 milioni di euro all'anno». E ancora: attrarre investimenti, non accogliere più immigrati del dovuto, mandare in giro i vigili di quartiere, più parcheggi, meno tasse per i commerciati. E grazie al Terzo valico, che permetterà di coprire la distanza in 45 minuti, «Genova diventerà il più bel sobborgo di Milano».