Festa dell'Unità: tutte pazze per Pedro, il bello della sinistra europea

Pedro Sanchez
di Cristiana Mangani
2 Minuti di Lettura
Domenica 7 Settembre 2014, 20:18 - Ultimo aggiornamento: 21:15

Camicia bianca contro tailleur blu elettrico del debutto a palazzo Chigi. Volto angelico, botticelliano, contro fisico da atleta e sorriso a 32 denti. Pedro Sanchez, “el guapo”, leader del Psoe spagnolo, sbarca alla Festa dell’Unit, e non ci sono occhi che per lui.

Il quarantaduenne presidente del partito socialista è la risposta dei cugini europei alla nostra acclamatissima Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme, occhi azzurri e mille fans.


E lui, nato a Madrid, due figli, professore di Struttura economica e Storia del pensiero economico all'Università Camilo Josè Cela, non si sottrae all’attenzione generale. «Cambiando Europa. Futuro, progreso y justicia social», twitta mentre Matteo Renzi parla dal palco. E Selvaggia Lucarelli, giornalista esperta di gossip, si affretta, dalla stessa vetrina social, a “far precipitare” la conversazione: «Anvedi Pedro Sanchez che gnocco».

Niente da dire su “el guapo”: parla tre lingue, è esperto di social network ed ex giocatore di basket. Attraente, fotogenico, paziente e negoziatore, una sorta di “rottamatore”, a metà fra l'idealista Zapatero e il pragmatico segretario uscente Alfredo Perez Rubalcaba, al quale il partito socialista, in un declino senza precedenti ha affidato il suo rinnovamento. Solidarietà ai lavoratori in sciopero e condanna per la violenza domestica sono i temi che gli stanno più a cuore. Si preoccupa delle bombe su Gaza e di tutti gli orrori del mondo. Appare disponibile, alla mano, vicino alla gente. Ma, non si può negare, la prima caratteristica che balza agli occhi è la bellezza da attore. «Dunque donne....un motivo valido per votare Pd? Pedro Sanchez del Pd spagnolo», sono i tweet che gli vengono dedicati. «Proprio un bell’uomo», si scalda il web. E c’è chi, in conclusione, inventa anche un’allusione politica: «Pedro Sanchez a Renzi: Con te meno bandane e più banderas».

© RIPRODUZIONE RISERVATA