Pizzarotti lancia un nuovo partito: alleati con Varoufakis, vorrei Calenda

Pizzarotti lancia un nuovo partito: alleati con Varoufakis, vorrei Calenda
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Martedì 24 Luglio 2018, 16:13 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 19:01
«Ad autunno il congresso, in Europa valutiamo di allearci con Varoufakis. Imbarcherei subito persone come Calenda e Zaia». Così, intervistato da Vanity Fair, Federico Pizzarotti annuncia il suo "autunno caldo": un nuovo partito e nuovi progetti. 

«Prenderei subito con me Carlo Calenda: uomo competente, anche se poco “politico”. E forse anche Nicola Zingaretti. A destra? Zaia, uno che porta risultati, più che annunci via Twitter. (...) Renzi proprio no, è stata un’occasione sprecata». Fuoriuscito dal Movimento 5 Stelle nel 2016, ha appena fondato Italia in Comune, un partito che, precisa, non ha ambizioni solo locali, ma vuole raccogliere tutti gli amministratori (e gli elettori) senza casa. «Perciò non lo chiamate, anche voi, il Partito dei Sindaci. Meglio fronte anti-populista e per una società aperta. Sul tema dell’immigrazione, dei diritti, delle minoranze e dell’Europa».

Nell’intervista Pizzarotti racconta il nuovo soggetto nazionale. La parola chiave è realismo: «I sindaci lo sanno meglio di tutti. Se proponi cose straordinarie e poi non le fai, il cittadino ti vede al bar e giustamente te lo rinfaccia». Il programma sarà responsabile: «Servono persone competenti, che dicano dei “No” ai loro elettori, se devono». L’obiettivo è quello di raccogliere amministratori da tutta Italia, poi in autunno fare il congresso nazionale. Partecipare alle elezioni regionali. E prepararsi per quelle nazionali. Per le Europee, invece, sta valutando se entrare in Diem25 di Varoufakis, un gruppo sovranazionale che raccoglie tutti i movimenti progressisti. «L’ex ministro greco mi ha fatto un’ottima impressione». 

A proposito del passato, confessa di aspettarsi delle scuse dai suoi ex compagni di partito: «Da Luigi Di Maio, ad esempio. Un’opportunista che ama circondarsi dei suoi fedelissimi». O da «quelle persone, come la parlamentare Giulia Sarti, che tu hai difeso negli anni, con cui hai condiviso battaglie. E che dopo la mia uscita dal Movimento, per leccare il culo a Gigi, sono rimaste zitte e non mi hanno neanche più chiamato».

 Quindi, un piccolo retroscena su una delle ultime volte che ha sentito Beppe Grillo, la più triste: «Era il 2014, io e Beppe eravamo in piena crisi. Avevo chiesto un incontro con lui. Sul blog apparse un post: Vedi Capitan Pizza. Erano riportate le parole di Vedi Cara, di Francesco Guccini, brano che parla di una rottura tra due persone. “È difficile spiegare, è difficile capire se non hai capito già. E non vedi la distanza che è fra i miei pensieri e i tuoi”. Gli telefonai arrabbiatissimo: “Cosa cazzo hai scritto sul blog?”. Lui mi diede la risposta che mi sorprese di più: “Aspetta, fammi vedere”. Prese il pc e controllò il suo blog, per leggere quello che era stato scritto. Non sapeva niente di quel post. L’aveva scritto Davide Casaleggio, mi dissero, senza neanche avvertire Beppe. Lui con me minimizzò: “È uno scherzo”. La verità è che aveva poca idea di quello che usciva sul suo blog».

 
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