Erdogan a Roma, «Opportunità per la pace»

Erdogan a Roma, «Opportunità per la pace»
di Marco Ventura
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Lunedì 5 Febbraio 2018, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 10:06

Decolla da Istanbul con una dichiarazione d'amicizia verso l'Italia e la promessa di trovare con il Papa una convergenza che darà «un'opportunità di pace» al Medio Oriente. Recep Tayyp Ergodan, il presidente e leader della Turchia, al potere dal 2003, è atterrato ieri sera a Fiumicino e oggi incontrerà in successione Papa Francesco, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, a colazione il capo dello Stato italiano, Sergio Mattarella, poi il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, infine la sera, prima di ripartire, una delegazione di responsabili delle principali aziende italiane (in 1.300 operano in Turchia). «Le nostre relazioni bilaterali con l'Italia sono eccellenti», dice Erdogan ai giornalisti partendo per Roma. «È un Paese amico, con cui abbiamo una visione comune rispetto ai problemi regionali. Lavoriamo insieme per la pace e la stabilità nel Mediterraneo. Come alleati Nato, contribuiamo alla sicurezza reciproca. Nei colloqui di Roma discuteremo delle relazioni bilaterali. Lo scorso anno - aggiunge il Sultano - il volume dei nostri scambi è stato di quasi 20 miliardi di dollari, ma il potenziale è doppio. Nel 2020 puntiamo a 30 miliardi». Sollecitato dai cronisti, commenta pure la sparatoria di Macerata. Un attacco che ha preso di mira «degli stranieri, e mostra quanto grande sia diventata la minaccia della xenofobia. Non c'è differenza - aggiunge - tra gli attacchi di un'organizzazione terroristica e attacchi razzisti di questo genere».
 

 

È la lotta al terrorismo uno dei temi portanti del messaggio che Erdogan vuole lanciare in Italia, rivolto anche all'Europa. Precede la visita una telefonata con il presidente francese Macron, sulla situazione che si è venuta a creare nella fascia frontaliera di Afrin, Siria nord-occidentale, dove i curdi siriani sono sotto attacco delle forze turche. Erdogan vuole evitare che si crei tra Siria e Turchia un «corridoio del terrore» di curdi legati a una formazione considerata terroristica pure dall'Unione Europea, il Pkk di Ocalan. Il problema è che quei guerriglieri curdi, sostenuti dai militari americani, hanno combattuto l'Isis.

IL MESSAGGIO
Per Erdogan non si possono usare dei terroristi contro altri terroristi. Macron ha ricordato al presidente turco la delicatezza della situazione, e ottenuto la garanzia che non saranno modificati i confini della Siria. Che l'operazione ha soltanto lo scopo di contrastare le milizie curde. Erdogan conta «935 terroristi neutralizzati da quando è cominciata l'offensiva».

A Roma ne parlerà con Mattarella e Gentiloni, mentre il piatto forte del colloquio col Papa, 59 anni dopo l'ultima visita di un presidente turco in Vaticano, sarà lo status di Gerusalemme. Condivisa l'opposizione alla scelta di Trump di trasferire l'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme. Poi, naturalmente, ci sono gli affari. Che tra Italia e Turchia sono fiorenti. Lo stesso Erdogan cita l'accordo per la vendita degli elicotteri Agusta, ma anche l'intesa siglata di recente a Parigi, a vantaggio di un consorzio franco-italiano per la difesa aerea a lungo raggio. Nel 2017 il valore delle esportazioni turche in Italia ha superato gli 8 miliardi di dollari. Cinque le direttrici della collaborazione economica con la Turchia: la presenza consolidata dei grandi gruppi italiani dell'industria manifatturiera con impianti produttivi nei principali cluster industriali turchi, l'attività dei nostri gruppi per la produzione e connessione energetica, l'operato delle banche italiane, la partecipazione allo sviluppo infrastrutturale e la cooperazione nel settore della difesa. Il programma della visita prevede l'arrivo di Erdogan in Vaticano alle 9.30 fino alle 11. Poi la colazione con Mattarella, nel pomeriggio l'incontro a Palazzo Chigi con Gentiloni. E la sera, con gli imprenditori italiani.

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