Elezioni, la sfida a "Roma 1": il fattore Gentiloni per arginare M5S

Elezioni, la sfida a "Roma 1": il fattore Gentiloni per arginare M5S
di Mario Ajello
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Mercoledì 31 Gennaio 2018, 08:16 - Ultimo aggiornamento: 20:33

«I grillini? E come sono fatti? Chi li ha mai visti da queste parti?». Intorno a Montecitorio e a Palazzo Madama i pentastellati si vedono, ma sono gli onorevoli. Nel resto di Roma I - il collegio a più alta visibilità nazionale - né un meet up né qualsiasi altro tipo di presenza propagandistica a 5 stelle s'è notata in questi anni. Il che significa che vincerà Gentiloni, o magari Ciocchetti, e la partita è già chiusa? Nient'affatto. Il Rosatellum può riservare sorpresone anche nel cuore del generone riflessivo, qui dove Paolo è un topo nel formaggio, e non è l'unico a indossare il loden.

SENSAZIONI
Il parrucchiere Cirulli, principale sfidante, grillino pop da infinite manifestazioni contro i «truffatori di Banca Etruria», è convinto di farcela: «Anche il centro di Roma sta crollando sotto i piedi del Pd. Loro sono gli unici che non se ne accorgono». Chissà se è così. Sta di fatto, però, che a insidiare l'eventuale successo di Emma Bonino, nella corsa al Senato in questa parte di Roma gentilona e progressista, M5S non ha deciso di schierare un mastino, ma il raffinato professor Claudio Consolo, giurista, ammiratore di Emma («Una persona di altissimo spicco») e suo ex elettore.

Il problema, gentilonianamente parlando, è che non solo di Roma centro si compone il Roma I, visto che include il Trionfale e tante altre zone semi-centrali, dove non è detto che l'antropologia dem sia quella che domina. Anche se la prima e la seconda circoscrizione municipale sono le uniche dove alla comunali ha vinto il Pd: isole in un mare grillino. Il cuore della campagna elettorale di sinistra nel centro storico è sempre stata la sezione Pci-Pds-Ds-Pd di via dei Giubbonari, ma ora è chiusa e il suo ultimo segretario, Giulia D'Urso, è in corsa con Liberi e Uguali per il Senato nella circoscrizione Roma 2.

Il voto moderato e destrorso può giovarsi di Ciocchetti (uddiccino di Noi con l'Italia), cattolico in una zona della capitale piena di confraternite e case religiose. Ma da Oltretevere partono apprezzamenti per Gentiloni che è pur sempre, sia pure da laico, il discendente di quello del Patto Gentiloni. «Hai già vinto», dice al premier chi lo incontra per strada (abita a via XX settembre) e lui, con quel suo lieve romanesco auto-ironico: «Nun v'allargate». Anche perché Roma 1 sarà pure di tendenza liberal-progressista, ma lo abita anche un altro tipo di borghesia, sennò Berlusconi non avrebbe trionfato nel 94. Contro l'economista Spaventa, aiutato, o magari fiaccato, dalla mobilitazione della sinistra intellettuale e radical chic, con tanto di Nanni Moretti e compagnia. Stavolta non sono previsti girotondi della «meglio gente, e questo risulterà un vantaggio.

Ma la curiosità per gli alieni, e il grillino Cirulli antropologicamente lo è in questo contesto, non si può escludere. Anche se l'effetto Raggi - e nella Roma di Roma 1 il degrado non perdona - può annullare l'effetto Etruria. Che tra Monti, Testaccio e Trastevere non ha toccato il quotidiano di nessuno, a differenza del problema della spazzatura. Quanto ai Liberi e Uguali, il candidato è Filippo Miraglia. Nome non noto, ma nei baretti di Monti, nei fast-food vintage e alt-rock di Trastevere, tra i creativi e i divi o aspiranti tali del nuovo cinema gentrificato che abitano all'Esquilino mescolati a Sorrentino e a Garrone, lo sfizio di fare lo sgambetto a Renzi, più a che a Gentiloni, è molto forte. Anche se poco maggioritario.

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