Cambi di casacca, è boom: tutti a caccia di un seggio

Cambi di casacca, è boom: tutti a caccia di un seggio
di Mario Ajello
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Domenica 17 Dicembre 2017, 09:27 - Ultimo aggiornamento: 09:28
Io dove mi piazzo? Qual è il gruppo politico che mi dà maggiori possibilità di ricandidatura e di rielezione? Questo non lo pensano, e non lo dicono, soltanto quelli che hanno cambiato casacca, quelli che la stanno cambiando in queste ore e quelli che magari, in extremis, in questo pochissimo che resta della legislatu8ra, la cambieranno alla ricerca del posto giusto. A guardarsi in giro sono un po' tutti, o quasi, perché nessuno - anche a causa del Rosatellum che è una cabala - è più sicuro di niente in questa fase di giochi apertisimi e di puzzle delle candidature che è già impazzito prima ancora di entrare nel vivo.

CAPRIOLE
Di fatto, se in 57 mesi di legislatura ci sono stati in Parlamento 9,58 cambi di casacca al mese, adesso - soltanto nell'ultima settimana - sei onorevoli hanno fatto il salto della quaglia. A riprova che la caccia al seggio impazza. Alla faccia di chi - ieri è stato Berlusconi, per l'ennesima volta - insiste: «Introdurremo il vincolo di mandato per i parlamentari che, se vogliono cambiare gruppo, devono dimettersi». I grillini dicono la stessa cosa, ma chissà. Intanto, con le ultime mosse il numero delle capriole dei Fregoli di Camera e Senato è arrivato a quota 546 dall'inizio della legislatura. Negli ultimi giorni, a Montecitorio, dei sei che si sono spostati, cinque sono entrati in Scelta Civica-Ala-Maie, mentre Daniela Santanché di provenienza Forza Italia ha ratificato l'11 dicembre il suo ingresso in Fratelli d'Italia. Il giorno dopo, dal Misto a Scelta Civica eccetera eccetera sono trasmigrati due - Vincenzo Piso e Eugenia Roccella - provenienti dalla componente Udc-Idea più altri tre usciti dalla componente Fare-Pri-Liberali (quanta Prima Repubblica in queste due ultime sigle!) e si tratta di Matteo Bragantini, Enrico Costa e Emanuela Prataviera. Spostamenti tattici, da risiko elettorale, passetti minimi e minimali ma magari sostanziosi - questo si vedrà - in termini di convenienze personali e politiche.

E insomma i 546 cambi di casacca hanno coinvolto 345 parlamentari - ci sono i salti duplici, triplici e anche capriole a dieci giri come quella del senatore Compagna - e il 36,32 per cento degli eletti nelle aule di Palazzo Madama e di Montecitorio. Quest'ultimo ha battuto, nei numeri del trasformismo, l'altro ramo del Parlamento: 310 cambi di gruppo tra i deputati e 236 tra i senatori. Proprio in Senato sta per essere approvato il nuovo regolamento per effetto del quale sarà più difficile cambiare casacca. Non si potranno fare gruppi di 5 persone. E le sigle parlamentari dovranno corrispondere a quelle votate nelle urne. Ma gli escamotage, ammesso che la riforma faccia in tempo a passare e che resti come è stata pensata da questi punti di vista, i camaleonti sapranno certamente trovarli per dare sfogo alla propria natura.

I PRIMATISTI
«Il camaleonte, a ridosso delle elezioni, si trasforma naturalmente - come spiega il politologo Gianfranco Pasquino - sulla base del calcolo: chi mi rinominerà in Parlamento?». Ossia si cerca un nuovo padrone. Molti in questa fase lo vedono in Berlusconi. Tutti ovviamente sostengono che «solo gli stupidi non cambiano idea» (copyright Giovanni Palladino, passato al Pd dai Civici e innovatori) e che, è la tesi di Francesco Campanella, da M5S a al Misto a Mdp, «non siamo noi a cambiare, sono i partiti che sono diventati trasformisti». I campioni di capriola, a parte l'ottimo barone e senatore Compagna, sono spalmati nell'intero arco costituzionale. Alla Camera, il recordman è Adriano Zaccagnini (che dell'«onesto Zac», come lo chiamava Fortebraccio, almeno ha il cognome) con i seguenti giri di valzer: da M5S a Misto, da Misto a Sel, da Sel a Misto, da Misto a Mdp. Ma la media generale è quella che conta. Rispetto allo scorso quinquennio (2008-2013, con appena 4,5 spostamenti al mese), la media dei salti della quaglia è più che raddoppiata in questa legislatura. Riuscirà magari a triplicarsi nei circa dieci giorni che mancano da qui allo scioglimento delle Camere?
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