La sfida alla Ue agita il governo. Gentiloni: niente manovra. Ma Padoan frena

Gentiloni
di David Carretta
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Sabato 28 Gennaio 2017, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 13:57

BRUXELLES Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, si trova davanti a un bivio, dopo che il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha lanciato un chiaro avvertimento sui rischi per l'Italia di rinviare al mittente la richiesta della Commissione europea di una manovra correttiva di almeno 3,4 miliardi. «Una procedura di infrazione sarebbe un grosso problema per l'Italia in termini di reputazione, che in questo periodo recente ha rafforzato e costruito», ha detto Padoan al termine della riunione di ieri dell'Ecofin: «Sarebbe un'inversione a U rispetto a quello che è stato fatto finora». La minaccia di una procedura è contenuta nella lettera che Moscovici e Dombrovskis hanno inviato la scorsa settimana per chiedere una manovra di almeno lo 0,2% di Pil. La scadenza è sempre più vicina: una decisione deve essere presa entro il 1° febbraio.

LA POSTA IN GIOCO
Agli occhi del ministro dell'Economia, una rottura con la Commissione e la procedura per deficit eccessivo rappresentano un pericolo per l'Italia. Il rischio non è solo la prospettiva di correzioni più dure nei prossimi anni o la possibilità di multe, ma anche di un'impennata dei rendimenti con conseguente aumento del costo del debito. Ma, messo di fronte alle divisioni interne a governo e maggioranza, con Renzi che critica apertamente le «letterine» di Bruxelles, consapevole che il suo futuro come presidente del Consiglio è in gioco, Gentiloni non ha ancora sciolto la riserva.

«Come sempre rispetteremo le regole europee, ma lo faremo senza manovre che possano avere effetti depressivi», ha risposto Gentiloni. «L'Italia ha bisogno di politiche espansive, di far fronte, accelerandola, ad una esigenza di crescita sostanziale e, purtroppo, di fronteggiare alcune circostanze eccezionali, come quelle che abbiamo attraversato negli ultimi tempi» con il terremoto, ha spiegato Gentiloni a Madrid.

A prima vista la linea non è molto diversa da Padoan. Il ministro ha ricordato che, con la Brexit e l'elezione di Trump, l'Europa dovrebbe prendere «atto che non si può continuare come se non fosse successo niente soprattutto in questo anno politicamente molto complicato per molti Paesi». Quanto al terremoto ci saranno «misure concrete già la prossima settimana», ha detto Padoan: «L'Italia spenderà quello che serve». La Commissione ha già stabilito che per il 2017 ci sarà flessibilità sia sulle risorse destinate all'emergenza sia su quelle per il piano Casa Italia. Ma le spese per il terremoto, così come quelle sui migranti, non incidono sull'aggiustamento strutturale che l'Italia deve realizzare per rispettare il Patto.

Sulla manovra il Tesoro ha già preparato tutta una serie di opzioni. Padoan vuole evitare misure puramente contabili. Ma alla fine la decisione sulla manovra o meno «è politica», ammettono al Tesoro. Gentiloni sembra sperare in un intervento del presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, che già in passato si è mostrato comprensivo con l'Italia. «Confido che l'Europa non sarà sorda e cieca» di fronte a eventi eccezionali come il terremoto, ha detto il presidente del Consiglio: «Ne ho scritto a Juncker. Farebbe un pessimo servizio a se stessa».
Ma dalla Commissione non arrivano segnali di cedimento.

«Ci rendiamo conto che ci sono alcune difficoltà riguardo alla velocità alla quale queste decisioni possono essere prese, ma in questo caso ci aspettiamo impegni chiari con misure dettagliate», ha detto il vice-presidente Dombrovskis: «L'Italia ha un debito molto alto che non è sceso negli ultimi anni». L'Ecofin ieri ha ribadito che i paesi ad alto debito devono rispettare il Patto. I tecnici della Commissione stanno già lavorando al rapporto che serve a stabilire se l'Italia è conforme alla regola del debito e potrebbe far scattare la procedura.

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