Negozi chiusi la domenica, Di Maio accelera. Grande distribuzione: «50.000 a rischio»

Di Maio: «Stop entro l'anno alle aperture domenicali dei centri commerciali»
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Domenica 9 Settembre 2018, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 11:48

Entro l'anno «sicuramente» arriverà la legge che impone lo stop la domenica e nei giorni festivi delle aperture agli esercizi e ai centri commerciali: parola del vicepremier e ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, intenzionato ad accelerare la stretta sulla liberalizzazione delle aperture e degli orari nel commercio, introdotta nel 2011 con il decreto Salva Italia. Plaudono i sindacati, da sempre schierati contro la deregolamentazione e il conseguente «far west». 

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Preoccupata, al contrario, la grande distribuzione organizzata: a rischio ci sarebbero 40-50mila lavoratori, avverte l'amministratore delegato e direttore generale di Conad, Francesco Pugliese. Rilancia l'allarme occupazione il presidente di Federdistribuzione, l'associazione che riunisce le aziende della distribuzione, Claudio Gradara: un provvedimento di cui «non vediamo la necessità e l'opportunità» e di cui «non si capisce la tempestività». Ma Di Maio va avanti e traccia la cornice dell'intervento legislativo per introdurre «turnazioni» e limiti dell' «orario, che non sarà più liberalizzato, come fatto dal governo Monti. Quella liberalizzazione - sottolinea il vicepremier - sta infatti distruggendo le famiglie italiane. Bisogna ricominciare a disciplinare orari di apertura e chiusura».

Una prospettiva che non piace affatto alla Gdo: «La grande distribuzione occupa 450 mila dipendenti - sottolinea Pugliese - le domeniche incidono per il 10% e quindi sicuramente avremo circa 40-50mila tagli. Ora quei 400 mila saranno felici di non lavorare, i 50 mila non so se lo saranno». Per l'ad di Conad, la liberalizzazione delle aperture guarda soprattutto «nell'ottica dei cittadini. Ci sono 19 milioni e mezzo di persone che vanno a fare la spese nei negozi la domenica». Di certo, sottolinea Gradara, «le aperture domenicali sono un grande successo, hanno dato un sostegno ai consumi in un momento di grande necessità». E poi c'è un altro tema con cui fare i conti, l'e-commerce: mettere limitazioni al commercio mentre le vendite on-line vanno a gonfie vele sarebbe «un handicap per l'intero settore», evidenzia il presidente di Federdistribuzione.

Più cauta Confcommercio, che dice sì al dialogo per «una regolamentazione minima e sobria» delle chiusure festive: «Ridiscutere con atteggiamento non ideologico il ruolo della distribuzione è un primo passo importante e condivisibile». Netta, invece, la posizione dei sindacati, promotori anche di diverse campagne contro 'la spesà nei giorni festivi: «Intervenire è una priorità», insiste la segretaria generale della Filcams-Cgil, Maria Grazia Gabrielli, ritenendo «indispensabile un confronto per porre un limite alle aperture incontrollate, che in questi anni hanno stravolto il settore e la vita delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende del commercio».

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