Di Maio: dopo le urne appello agli altri partiti, i contatti con la Lega

Di Maio: dopo le urne appello agli altri partiti, i contatti con la Lega
di Stefania Piras
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Mercoledì 31 Gennaio 2018, 16:21 - Ultimo aggiornamento: 21:23
Il candidato come testa d'ariete. Ecco la strategia di Luigi Di Maio: usare i candidati ai collegi uninominali per andare a trattare le alleanze dopo il 4 marzo. Anche perché Di Maio è sicuro di ricevere l'incarico e di far cinquistare a M5s «almeno 100 collegi uninominali». «Io non voglio tirare per la giacca il Presidente della Repubblica, non mi permetterei mai, ma qui il tema è che le forze politiche, se non c'è una maggioranza, devono trovare loro per primi una convergenza sui temi e dare i presupposti per poi chiedere un incarico», ha spiegato ieri a Unomattina.

Oggi Di Maio sarà invece a Londra con Lorenzo Fioramonti, suo possibile ministro dello Sviluppo Economico, per rassicurare gli investitori stranieri. I suoi biglietti da visita saranno appunto Fioramonti, cattedra Jean Monnet dalla Commissione europea, e poi Fabio Massimo Castaldo, attuale vicepresidente del Parlamento europeo. I professori, commercialisti, militari, avvocati, giornalisti presentati al Tempio di Adriano sono le vere teste d'ariete con cui il M5S intende sfondare il muro di diffidenza che si è eretto in questi anni e che solo apparentemente rifiuta brecce esterne.

Tra i nomi che compongono le liste degli uninominali oltre ai parlamentari uscenti che non hanno trovato posto nel proporzionale, c'è di tutto: da uno dei membri del direttivo del Movimento per la decrescita felice al presidente di Apindustria che, ovviamente, hanno interessi diametralmente opposti. Ma soprattutto ci sono personaggi che hanno militato in altri partiti: in Sicilia spunta l'ex segretaria del Pd di Bagheria Vittoria Casa, a Marsala c'è Francesco Mollame già candidato sindaco con MPA e assessore designato nel 2013 da Gianfranco Bonnì. In Veneto è comparso un avvocato, Schenato, che nessuno della base ha mai visto e conosciuto se non nelle cronache locali quando militava nell'Udc per cui è stato consigliere comunale.

Ma evidentemente servono pontieri. Quando a Di Maio chiedono con chi si alleerà, lui risponde che prima vuole conoscere la consistenza dei gruppi parlamentari ma soprattutto vuole sapere chi e quanti seggi uninominali agguanterà. Sui collegi maggioritari infatti si gioca lo scontro diretto tra partiti e ci sono zone completamente degrillizzate, come Milano e Varese, dove il M5S gli uninominali li vede con il cannocchiale.

PONTIERI
Ecco perché servono pontieri, persone capaci di trattare per conto del M5S anche se non hanno mai avuto a che fare con il M5S. In pole position per sedersi al tavolo con la Lega si prenota Gianluigi Paragone. Chi, meglio dell'ex direttore della Padania? «Salvini non mi ha chiamato, ci siamo scambiati dei messaggi, ci sentiremo. Penso proprio che potrei essere l'uomo del dialogo post voto tra Movimento Cinque Stelle e Lega», ha detto ieri Paragone che cita altri due personaggi, un tempo già dialoganti con il M5S, Borghi e Bagnai. «Per alcune battaglie l'affinità tra M5S e Lega c'è. Salvini avrebbe potuto andare da solo e in quel caso sarebbe stato anche un po' più facile parlarsi dopo la campagna elettorale», ha sottolineato Paragone.

Intanto, il nuovo statuto pubblicato appena un mese fa è già stato violato: i risultati delle parlamentarie forse sarann pubblicati oggi. Eppure si legge che va fatto «entro il giorno successivo al termine finale per la consultazione, i risultati sono pubblicati sul sito del M5S a cura del Comitato di Garanzia», lo stesso comitato che ha scritto e poi interpretato a piacimento le regole. Non solo, quelle votazioni vanno verificate e conteggiate e «la regolarità delle consultazioni è certificata da un organismo indipendente, nominato dal Comitato di Garanzia, o da notaio». Ma il comitato è in campagna elettorale quindi non proprio in posizione terza e il notaio pure.
 
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