Decreto sicurezza, tensione Lega-M5S. Dubbi del Colle per la stretta sui migranti

Decreto sicurezza, tensione Lega-M5S. Dubbi del Colle per la stretta sui migranti
di Marco Conti
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Lunedì 24 Settembre 2018, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 11:56
Un unico decreto, sicurezza e immigrazione, e un incerto destino finale. Il via libera al primo atto legislativo del ministro dell'Interno Matteo Salvini, ci sarà oggi in consiglio dei ministri, ma sul testo non tutte le perplessità sono svanite anche se dal Viminale si dicono ottimisti sostenendo che «correzioni sono state fatte» anche in linea con i suggerimenti degli uffici legislativi del ministero della Giustizia e, soprattutto, del Quirinale.

LA GARANZIA
A Sergio Mattarella il compito di apporre la sua firma - dopo il via libera del cdm - sotto un testo che ha già ricevuto molteplici stop and go. Il vaglio del presidente della Repubblica, come è ovvio, attiene ai profili di costituzionalità e non entra nelle scelte della politica, ma occorrerà valutare se la complessiva attenuazione del diritto di asilo contrasti con la Costituzione che lo prevede all'articolo 10 rappresentando una garanzia di legalità non solo per i cittadini italiani.

Convocato il cdm per le dieci di questa mattina, il via libera viene dato per scontato anche dal M5S, ma i dubbi di molti parlamentari pentastellati hanno costretto ieri l'altro il vicepremier Luigi Di Maio a sottolineare che in aula è il testo si può correggere. Il non facile lavoro di stesura e di assemblamento dei due iniziali testi ha ovviamente coinvolto anche il ministero della Giustizia di Alfonso Bonafede che con i tecnici del Quirinale hanno condiviso molte perplessità sulla tenuta costituzionale del testo.

Uno dei punti rimasti ma controversi riguarda lo stop ai permessi di soggiorno per motivi umanitari che vengono sostituiti con permessi per meriti civili o per cure mediche. Inoltre vengono aumentati i reati per cui si revoca lo status di rifugiato e la revoca che scatta dopo il primo grado di giudizio che contrasta con il nostro ordinamento che considera colpevole solo a sentenza passata in giudicato e dopo tre gradi. Il decreto prevede anche il raddoppio da tra a sei mesi dei tempi di trattenimento nei Centri per i rimpatri e dovrebbe ridimensionare fortemente anche gli Sprar (Servizio per richiedenti asilo e rifugiati) che hanno permesso in questi anni la distribuzione dei migranti in oltre 4 mila comuni.

«Il testo più letto e visionato», come nei giorni scorsi ha definito lo stesso Salvini il decreto, si conoscerà nei dettagli solo oggi quando uscirà dal cdm. Ieri i tecnici degli uffici legislativi non hanno lavorato e il testo è stato chiuso in un cassetto del Viminale in attesa della riunione di questa mattina. Tutto ciò è dovuto al timore della Lega di possibili annacquamenti o di ulteriori limature che magari i grillini sperano di spuntare prima che il testo vada in aula.

IL BIANCHETTO
Salvini però non intende mollare e punta a far approvare le misure sulla sicurezza e sull'immigrazione. Anzi nella Lega c'è chi non esclude di poter recuperare in Parlamento alcune misure sbianchettate nei giorni scorsi. Un nuovo braccio di ferro con l'alleato è comunque certo visto che il M5S contesta l'abrogazione dei permessi per motivi umanitari e le restrizioni sui meccanismi per ottenere la cittadinanza e la possibilità che non venga concessa se il casellario giudiziario di un parente non è immacolato.

Ieri sera Salvini ha negato problemi con Quirinale aggiungendo però che «se c'è una critica positiva io cambio, aggiungo, arricchisco». Considerazioni di buon senso visto che è interesse del ministro dell'Interno licenziare un decreto che non finisca tritato dalle pronunce dei giudici e della Corte Costituzionale.
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