Legge elettorale, dai centristi alla sinistra: 5% vicino con le alleanze

Legge elettorale, dai centristi alla sinistra: 5% vicino con le alleanze
di Diodato Pirone
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Mercoledì 31 Maggio 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 09:25

Un po’ tutti gli osservatori concordano: se c’è un pregio nel sistema elettorale alla tedesca è quello della possibile riduzione del numero dei partiti presenti in Parlamento. Obiettivo assicurato dallo sbarramento del 5% che ha due conseguenze: impedisce ai partiti piccoli di ottenere seggi e premia con più seggi rispetto ai voti proporzionali i partiti più grandi.

A dire il vero il tedesco ha anche un altro pregio: ruota sui partiti “single” non sulle coalizioni (come il Porcellum e il Mattarellum con i quali abbiamo votato dal 1994 al 2013) e dunque dovrebbe far morire sul nascere quei trucchetti elettorali (scorpori, desistenze, etc.) che in Italia hanno fatto proliferare i partitini anche in tempi di maggioritario.
Tutto questo sulla carta. Ma l’Italia è pur sempre il Paese del “fatta la legge gabbato lo santo” e dunque i “piccoli” stanno già lavorando per evitare in qualche modo il siluro dello sbarramento al 5%. Come? Unendo tutte le forze in campo. Al Centro alfaniani, casiniani, parisiani, fittiani e molti altri stanno preparando una lista unica. Esattamente come si intravede a sinistra del Pd nei contatti in corso fra Sinistra Italiana, bersaniani di Mdp, pisapiani, e altri.

GLI UMORI
Sforzi produttivi? E’ veramente presto per rispondere con certezza. Il testo definitivo della nuova legge elettorale quasi sicuramente conterrà qualche trappola o qualche cavillo al quale appendere la vita o la morte politica di nuove formazioni. Tuttavia fra gli addetti ai lavori si raccoglie una notevole apertura di credito verso i piccoli. «Molto dipenderà dall’affluenza: meno gente andrà a votare e più saliranno le possibilità per i piccoli di superare la soglia del 5% che, sui probabili 35 milioni di votanti, oscillerà intorno a 1,8 milioni di voti. Obiettivo difficile ma non astronomico - mette le mani avanti Enzo Risso, direttore Swg - Sono possibilista per i piccoli se se la giocheranno decentemente poiché gli italiani che gravitano nell’area a sinistra del Pd sia quelli che si collocano al Centro superano il 5%». «Poi molto dipenderà da altri fattori - aggiunge Risso - Con questo sistema è più difficile che scatti il meccanismo del “voto utile”, tipico del maggioritario, che rende più sensibile l’elettore al richiamo dei grandi partiti».

Più prudente Antonio Noto, dell’Ipr Marketing. «In teoria i margini per superare il 5% ci sono sia per una lista di Sinistra che per una di Centro perché il bacino elettorale delle due aree è ampio - spiega Noto - tuttavia i partiti di queste aree dovranno fare tutto in fretta: trovare leader unitari di richiamo, darsi un’identità più precisa, formare liste attraenti. Si tratta di operazioni complesse. Poi bisognerà verificare come gli elettori recepiranno le nuove regole elettorali che sono fondamentalmente proporzionali sia pure con il correttivo dello sbarramento e dei collegi uninominali la cui influenza in questo momento non è calcolabile».

«Oggi, se sommiamo i voti di tutte le forze a sinistra del Pd, da Rifondazione ai pisapiani raggiungiamo una cifra ben superiore al 5% - aggiunge Fabrizio Masia direttore di Emg Acqua -. E le Comunali serviranno anche a misurare la forza sul campo delle varie formazioni di Centro. Non basterà per avere certezze. Per superare il muro del 5%, cosa non impossibile, i piccoli avranno bisogno di lanciare messaggi forti e magari utilizzare i possibili errori dei grandi partiti in una campagna elettorale per molti aspetti inedita per tutti».
 

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