Codice antimafia, Confindustria attacca: mina il diritto, imprenditori equiparati a delinquenti

Codice antimafia, Confindustria attacca: mina il diritto, imprenditori equiparati a delinquenti
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Venerdì 29 Settembre 2017, 15:24 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 15:43

L'estensione del sequestro preventivo ai casi di presunti reati, prevista dalle nuove norme del codice Antimafia, «stravolge i principi costituzionali e, per l'alta discrezionalità che concede, mina il bene assoluto della certezza del diritto». È quanto ha affermato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia intervenendo a un convegno a Santa Teresa di Gallura. Boccia, mettendo in risalto i danni che potrebbero derivare, ha sostenuto che «con il nuovo codice antimafia si equipara l'attività degli imprenditori a quella dei delinquenti».

Il nuovo Codice antimafia è legge è stato approvato definitivamente mercoledì scorso. E' una riforma che punta a velocizzare le misure di prevenzione patrimoniale; rende più trasparente la scelta degli amministratori giudiziari; ridisegna l'Agenzia per i beni sequestrati; include corrotti, stalker e terroristi tra i possibili destinatari dei
provvedimenti di sequestro. Punto molto contestato, quest'ultimo, su cui però è passato anche un ordine del giorno che impegna il governo a rivedere l'equiparazione mafioso-corrotto.

La legge è stata contestata da Forza Italia ma anche il Pd si è diviso sul provvedimento. Queste in dettaglio le misure previste dalla nuova norma.

MISURE PER CORROTTI - Si allarga la cerchia dei possibili destinatari di misure di prevenzione: oltre a chi è indiziato per aver aiutato latitanti di associazioni a delinquere, la riforma inserisce anche chi commette reati contro la pubblica amministrazione, come peculato, corruzione (ma solo nel caso di reato associativo) - anche in atti giudiziari - e concussione.

SEQUESTRO-CONFISCA PIÙEFFICACI - L'applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali è resa «più veloce e tempestiva» prevedendo una «trattazione prioritaria». Nei tribunali dei capoluogo sede di corte d'Appello si istituiranno sezioni o collegi specializzati per trattare in via esclusiva i procedimenti. Si estendono i casi di confisca allargata, quando viene accertato che il patrimonio dell'autore del reato è sproporzionato rispetto al reddito e il condannato non è in grado giustificare la provenienza dei beni. Quando non viene applicata la confisca si può avere l'amministrazione giudiziaria e il controllo giudiziario. Confisca allargata obbligatoria per alcuni ecoreati e per l'autoriciclaggio e si applica anche in caso di amnistia, prescrizione o morte di chi l'ha subita.

CONTROLLO GIUDIZIARIO AZIENDE SE RISCHIO INFILTRAZIONE - Introdotto l'istituto del controllo giudiziario delle aziende in caso di pericolo concreto di infiltrazioni mafiose. Il controllo è previsto per un periodo che va da uno a 3 anni e può anche essere chiesto volontariamente dalle imprese.

STOP INCARICHI A PARENTI - «Maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari, con garanzia di competenze idonee» e di «rotazione negli incarichi». Viene modificato il procedimento di nomina e revoca dell'amministratore giudiziario di beni confiscati: l'incarico non potrà essere dato a parenti né a «conviventi e commensali abituali» del magistrato che lo conferisce. È la cosiddetta «norma Saguto», dal nome dell'ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo sospesa e indagata per corruzione. Il governo è delegato a disciplinare un regime di incompatibilità da estendere ai curatori fallimentari: stop a chi ha parentela, affinità, convivenza o assidua frequentazione con uno qualunque dei magistrati dell'ufficio giudiziario che conferisce l'incarico.

SOSTEGNO AZIENDE SEQUESTRATE - Per favorire la ripresa delle aziende sequestrate nasce un fondo da 10 milioni di euro l'anno e misure per aiutare la prosecuzione delle attività e la salvaguardia dei posti di lavoro. Gli imprenditori del settore matureranno, dopo un anno di collaborazione, un diritto di prelazione in caso di vendita o affitto dell'azienda e la possibilità di un supporto tecnico gratuito. Novità sulla segnalazione di banche colluse con la malavita.

AGENZIA RIDISEGNATA - Viene riorganizza l'Agenzia nazionale per i beni confiscati dotandola di un organico di 200 persone e che rimane sotto la vigilanza del ministero dell'Interno. La sede centrale sarà a Roma e avrà un direttore - non per forza un prefetto - che si occuperà dell'amministrazione dei beni dopo la confisca di secondo grado. Ridefiniti i compiti, potenziata l'attività di acquisizione dati e il ruolo in fase di sequestro con l'obiettivo di consentire un'assegnazione provvisoria di beni e aziende, che l'Agenzia può anche destinare beni e aziende direttamente a enti territoriali e associazioni.


 

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