Asse Casini-Mauro per blindare Letta
Il leader Udc: «Basta doppia morale»

Asse Casini-Mauro per blindare Letta Il leader Udc: «Basta doppia morale»
di Claudio Marincola
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Domenica 20 Ottobre 2013, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 19:03
ROMA - Il solco che allontana Mario Monti dal progetto dei moderati Casini-Mauro si fa sempre pi profondo. Scelta civica ormai ha le ore contate, gi l’assemblea di marted prossimo potrebbe certificarne la fine.

L’ultimo miglio sulla strada della separazione lo ha percorso il professore bocconiano accusando, in un’intervista al Corriere della Sera, l’ex presidente della Camera e il ministro della Difesa di essere «specialisti in slalom della politica».



DOPPIA PRESENZA



Il viaggio parallelo di Monti e Mauro, entrambi ieri a Bruxelles per partecipare ai funerali dello statista belga Wielfried Martens, padre del Ppe, ha reso imbarazzanti i contorni della scissione. Monti è andato a Bruxelles a titolo personale. Mauro ha sostituito a nome del nostro governo il vicepremier Alfano bloccato a Roma per la manifestazione dei No Tav. A margine della cerimonia funebre il ministro della Difesa ha avuto colloqui con il presidente della Commissione Ue Barroso, con la cancelliera Merkel, il premier belga Di Rupo e il segretario del Ppe, il francese Joseph Daul. Agli incontri era presente anche il nostro commissario Antonio Tajani. E Monti? «Credo che qui in Europa dovremmo dare miglior prova di noi stessi», ha gelato tutti Mauro. Che non è stato tenero neanche con Berlusconi: «C’è differenza tra essere popolari e populisti e non c’è altro da aggiungere». E il disegno di far rinascere la vecchia Dc? «Io non sono mai stato un iscritto, quindi non potrei farne neanche un disegnino».



I DUE MONTI

Rientrato in Italia, a Padova, ad un congresso di Sc, Mauro ha confermato l’«appoggio incondizionato a Letta». Tema sul quale è tornato anche Pier Ferdinando Casini accusando a sua volta Monti di «doppia morale». «Al mattino dichiara la sua solidarietà a Letta, nel pomeriggio cosparge il cammino di ostacoli». E SuperMario? «Alla gente dei litigi tra Monti e Casini non interessa nulla - ha premesso il leader Udc - dico solo che ho conosciuto due Monti: sono affezionato al primo, al secondo non parlo».



Ognuno andrà per la sua strada, nascerà un nuovo gruppo al Senato formato da 12 dei 20 senatori di Sc. I montiani, in minoranza, dovranno confluire nel misto. Casini da Verbania però smentisce: «Un nuovo gruppo non è all’ordine del giorno». In evoluzione la situazione anche alla Camera, dove Sc conta 47 deputati. «Le due cose sono diverse ed è bene che a questo punto siano distinte anche in Parlamento - conferma Benedetto Della Vedova - Casini avrebbe voluto che Sc seguisse un canovaccio neo democristiano. È una disputa strumentale e ridicola». Il portavoce dei montiani ha sfiorato quindi anche il tema della decadenza di Berlusconi criticando «certi ammiccamenti» che «parlano chiaro».La situazione è seguita con ovvie aspettative da Berlusconi nella speranza che il giorno del voto in Aula si possano riaprire i giochi. Ipotesi improbabile. Sia perché Mauro non dà certezze, («decideremo al momento del voto»). Sia perché i 12 eventuali voti contrari in forza ai moderati non salverebbero comunque il Cavaliere. La nascita di un nuovo gruppo ispirato ai popolari da una parte rafforza il premier e strizza l’occhio all’area cattolica che nel Pd «teme» l’investitura di Renzi. Dall’altra espone il governo a nuove fibrillazioni almeno fino a quando il «cantiere dei moderati» resterà aperto.
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