Casaleggio ha lasciato testamento politico: l'orizzonte sono le politiche 2017

Grillo e Casaleggio
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Martedì 12 Aprile 2016, 19:10 - Ultimo aggiornamento: 21:18

«Grillo? Davide Casaleggio? Il direttorio? Ora chi guiderà il M5S?». È la domanda che tutti, anche all'interno del Movimento, si pongono dopo la morte di Gianroberto Casaleggio che però, già immaginando quanto sarebbe accaduto, avrebbe lasciato ai suoi fedelissimi un testamento politico: una serie di appunti con indicazioni in vista delle prossime scadenze politiche nella convinzione che nella primavera del 2017 si voterà. 

 
I pentastellati e Beppe Grillo si trovano di fronte ad una svolta: andare avanti senza il supporto del suo ideatore e fondatore. Il comico genovese nei mesi scorsi ha detto di voler fare «un passo di lato» per tornare a fare spettacoli ma soprattutto per lasciare spazio al direttorio dei parlamentari. Insomma, di volersi limitare ad un ruolo di «garante». Questa decisione, accompagnata anche dalla scomparsa del suo nome dal simbolo, potrebbe ora essere rivista. Anzi, secondo alcuni parlamentari pentastellati, il leader dovrebbe tornare a farsi carico del Movimento.

D'altronde, lo stesso comico genovese nelle scorse settimane aveva annunciato che «cambiamenti» sarebbero stati imminenti. L'alternativa è rappresentata dal passaggio della cabina di regia interamente nelle mani del direttorio M5S. Non tutti tra i pentastellati - soprattutto al Senato - sono però convinti che Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Carlo Sibilia e Carla Ruocco (tutti deputati) abbiano sufficiente piglio per guidare il «partito» per motivi anagrafici e di equilibrio tra le due Camere. Palazzo Madama reclama un peso maggiore all'interno degli organismi direttivi: spesso si sono fatti i nomi dei senatori Paola Taverna e Nicola Morra per incarichi di primo piano. C'è, infine, da definire il ruolo di Davide Casaleggio.

Il figlio del co-fondatore si trova ora ad avere la maggioranza della Casaleggio Associati, proprietaria del blog di Beppe. Ad affiancarlo ci saranno anche i soci e Filippo Pittarello (attualmente aiuta il gruppo parlamentare a Bruxelles). In Parlamento non tutti sono convinti che Davide abbia la sensibilità politica del padre. Ma non mancano neanche i suoi ammiratori, convinti che possa bilanciare «lo strapotere» del direttorio e dare un'impronta più strategica. «Gianroberto era un visionario nel senso che riusciva a capire prima il futuro - spiega una delle fonti -. Era consapevole delle condizioni di salute ed aveva pianificato cosa sarebbe accaduto quando lui non ci sarebbe stato più. Pianificava tutto, sempre».

La soluzione potrebbe quindi averla immaginata lo stesso Casaleggio con il suo testamento politico: un periodo di transizione con direttorio e Davide che si aiutano sotto il controllo di Grillo e traghettano il «partito» durante questo periodo difficile.
Anche in questa luce potrebbe essere letto il post della scorsa settimana sul blog nel quale lo stesso Casaleggio ha detto: «Nel M5S non ci sono capi. Decidono i cittadini». Una democrazia allargata che, di fatto, congelerebbe la situazione attuale. L'accordo dovrebbe essere siglato dallo stesso Davide e da Luigi Di Maio e Roberto Fico.

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