Addio Casaleggio, M5S nel caos. Grillo: resto garante. Eredità contesa tra figlio e Di Maio

Luigi Di Maio
di Claudio Marincola
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Mercoledì 13 Aprile 2016, 11:11 - Ultimo aggiornamento: 11:13
Bisognerebbe stare nella testa di Beppe Grillo, da ieri la maschera della tristezza come si addice a un vero comico, per capire dove va il Movimento orfano del suo guru fondatore. E non è detto che il leader genovese ora lo sappia. Voleva farsi da parte, dedicarsi ai suoi show, «fare un passo di lato» e ora invece dovrà fare il garante. Fare da madre e da padre, proprio lui, spesso accusato di soffrire del complesso di Peter Pan.

Gianroberto Casaleggio ha una colpa: lo ha lasciato solo. Era il Marx e anche il Lenin dei Cinque stelle. Decideva la linea, le espulsioni, le candidature, il ruolo del web. Era il grande Moloch e ha spinto il pulsante a distanza finché ha potuto. E da visionario qual era non s'è smentito: nel suo testamento politico ha chiesto di prepararsi perché il grande momento si avvicina. Le elezioni politiche arriveranno con un anno di anticipo nel 2017 e il M5S le vincerà. «Prepariamoci a governare il Paese», è il senso dell'epitaffio lasciato ai suoi fedelissimi, «il sogno che si realizza». Sapeva che i suoi giorni erano contati e ha voluto pianificare il futuro, un futuro che a parte l'ascesa del suo Movimento vedeva nero, foriero di guerre mondiali e disastri, alcuni per fortuna già evitati.

IL SOFTWARE
Il team Casaleggio, la struttura che governa il blog, resterà in capo al figlio Davide. Se il padre era il software, lui è l'hardware, insieme erano il sistema operativo che ha trasformato l'alveare grillino in un'azienda che fa guadagni. Un esempio? La Casaleggio & Associati ha chiuso il 2013, anno boom con l'ingresso in Parlamento, con ricavi per oltre 2 milioni di euro rispetto agli 1,3 milioni del 2012. Profitto quadruplicato. Dopo il partito-azienda di Berlusconi, ecco il Movimento-azienda, un non-partito che alla fine dell'anno distribuisce dividendi. Il blog incassa grazie a un sistema rodato: il copyright su tutti i video delle sue webstar, gli stessi parlamentari M5S che sulle loro pagine social hanno centinaia di migliaia di fan. Per ogni video tratto da Rai, Mediaset La 7, la Casaleggio & Associati ricava introiti da banner e spot. Un sistema che si autoalimenta e che ha spese ridotte grazie alla gestione spartana imposta dal guru, uomo colto, ma anche imprenditore che curava bene i suoi affari.
 
I SOCI
E ora? A chi le chiavi del blog? Entreranno in gioco oltre al figlio Davide anche gli altri soci di minoranza, ad esempio Luca Eleuteri e Mario Bucchich, ciascuno con il 20%. Da qui il primo contrasto, l'idea che i destini di un Movimento che potrebbe stabilire il suo capolinea a palazzo Chigi passino dai clic piuttosto che dalle scelte dei parlamentari. Perché se l'eredità in solido della macchina grillina andrà al figlio Davide, diverso è il discorso politico. Il nuovo leader ha un nome e un cognome: Lugi Di Maio, giovane enfant prodige, vice presidente della Camera, l'uomo che più si avvicina all'archetipo del parlamentare. Per paradosso il più rassicurante, il meno aggressivo. Sarà lui il candidato premier anche se a designarlo sarà il web. E dunque il blog, ergo Casaleggio jr.

Mentre Alessandro Di Battista farà da tutore alla Raggi e si giocherà la partita-Campidoglio, l'ultimo step prima di governare. Tra lo staff milanese e i parlamentari non c'è mai stato vero feeling. Il tormento degli scontrini, il rifiuto dei rimborsi, 42 milioni di euro, la scelta di mettere sullo stesso piano destra e sinistra, lo “schiaffo” della Lombardi a Bersani, l'abbraccio con Nigel Farage e l'Ukip a Bruxelles, la politica dei ”no”, persino la decisione di sabotare la stepchild adoption, è farina di Casaleggio. Entità terza, demiurgo, forza creatrice, generatrice e volendo distruttrice. Non esitò a minacciare di mandare tutto all'aria quando qualcuno provò a creare una piattaforma alternativa al suo blog. Si parla del caso Artini, il deputato espulso su due piedi nonostante l'intercessione di Grillo che ricevette i dissidenti a Bibbiona.

SISTEMA ROUSSEAU
Il fondatore si era fatto da parte. Pochi sapevano che la sua fine era imminente. Altri lo immaginavano ma hanno taciuto per un'etica che nel M5S è ancora molto sentita. Senza il leader in cabina di regia la confusione regnava da due mesi. Simbolicamente da ieri è entrato in funzione il “Rousseau”, un nuovo sistema operativo che il padre di tutti i grillini aveva voluto intitolare a colui che considerava il campione della democrazia diretta. L'ultimo omaggio della Rete.
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