Pannella, alla camera ardente l'omaggio al leader dei Radicali

Pannella, alla camera ardente l'omaggio al leader dei Radicali
4 Minuti di Lettura
Venerdì 20 Maggio 2016, 15:45 - Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 09:13

I vertici delle istituzioni e gli amici di una vita, i leader di partiti ormai usciti di scena, i monaci tibetani, i giovani militanti: il caleidoscopico mondo che ha segnato la vita di Marco Pannella si è riversato, per un pomeriggio, a Montecitorio. Nella sala Aldo Moro è iniziato infatti il lungo addio al leader Radicale. E alla camera ardente allestita a Montecitorio in migliaia sono giunti per l'ultimo saluto a un politico che, è il giudizio pressochè unanime, ha segnato e cambiato la storia italiana attraverso le sue battaglie civili. Quello di ieri, per Pannella, è l'addio più istituzionale. Nella notte è toccato al partito Radicale rendergli omaggio con una veglia in via di Torre Argentina. E oggi sarà invece la giornata del funerale laico in uno dei luoghi simbolo delle battaglie pannelliane: piazza Navona.
 

 

Ieri, intanto, è stato soprattutto il giorno del dolore. A vegliare sulla salma del vecchio leader - giacca e jeans blu, cravatta rossa e pashmina tibetana bianca e con l'inseparabile «braccialetto da ergastolano» al polso - c'erano i compagni di sempre. Emma Bonino, silente e quasi impietrita, sedeva alle spalle della bara e abbozzava un sorriso a chi correva ad abbracciarla. Laura Harth e Matteo Angioli, sconvolti dal dolore e dalle lacrime, attendevano in piedi i visitatori assieme a militanti o ex militanti di lungo corso, da Francesco Rutelli a Rita Bernardini da Sergio D'Elia alla compagna di sempre Mirella Parachini. E' arrivato, subito dopo la presidente della Camera Laura Boldrini, il premier Matteo Renzi e Bernardini gli ha ricordato come, un giorno, l'allora sindaco di Firenze fu sgridato da Pannella dopo essersi rifiutato di firmare alcuni referendum sulla giustizia. «Omaggeremo Pannella portando avanti certe sue battaglie anche a livello internazionale», ha assicurato il premier in serata mentre, a Montecitorio, il lungo addio a Pannella si arricchiva di protagonisti.

C'erano Achille Occhetto e Susanna Camusso, il ministro della Giustizia Andrea Orlando e Roberto Giachetti. C'erano i monaci tibetani che, in onore dell'antica amicizia con i Radicali, hanno intonato una preghiera, e Ilona Staller, che proprio Pannella portò in Parlamento nel 1987. «Era un istrione ed era immortale. Noi due siamo stati dei trasgressivi», ha ricordato Cicciolina commossa dopo aver baciato il viso del suo vecchio amico. Sono arrivati, nel tardo pomeriggio, Giorgio Napolitano, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Senato Pietro Grasso. Sono arrivati i 5 Stelle e deputati che, nei Radicali, hanno basato le proprie origini come Elio Vito, Benedetto Della Vedova, Daniele Capezzone. Sono arrivati vecchi compagni di battaglia come Marco Taradash e Gianfranco Spadaccia, accolto tra mille abbracci. L'atmosfera era dolente ma serena. Si parlava di Marco, dei giorni della sua sofferenza, della voglia di lottare e dei suoi ultimi gesti. Come la lettera inviata il 22 aprile scorso a Papa Francesco sui migranti. «Ti voglio davvero bene, ti stavo vicino a Lesbo», scriveva il leader al pontefice. Oggi, invece, è la volta del funerale laico ed è probabile che a salutarlo ci sia una delegazione di detenuti del Regina Coeli. I detenuti di Bologna, invece, per oggi hanno annunciato lo sciopero della fame per omaggiarlo. A testimonianza che, anche le battaglie non completamente vinte da Pannella, hanno lasciato il segno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA