Calenda e Casaleggio, match sullo sviluppo economico

Internet day
di Stefania Piras
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Venerdì 28 Aprile 2017, 12:40 - Ultimo aggiornamento: 16:35
Un testa a testa a distanza ravvicinata, disintermediata, ma comunque un testa a testa sul tema centrale dello sviluppo economico. Così,  attraverso due monologhi, uno prima dell'altro, si sono confrontati il ministro Carlo Calenda e Davide Casaleggio, numero uno della Casaleggio Associati ma anche leader del Movimento 5 stelle, tre paroline che non sono mai salite sul palco dell'internet day che si sta svolgendo al Maxxi di Roma, se non in modo indiretto.



Il tema dgli investimenti ha tenuto banco in entrambi gli interventi dei due protagonisti. Il ministro si è concentrato sullo stato dell'arte del tema innovazione tecnologica e globalizzazione, «le due grandissime delusioni dell'occidente» le ha definite parlando però anche della possibilità di guidare la transizione ai cambiamenti che comportano questi due fattori in modo non brutale, ma anzi pragmatico e non ideologico. Come? Attraverso gli investimenti. Ed elogiando la cultura umanistica ha parlato sì di innovazione tecnologica ma anche di quella  incrementale, «molto italiana» ha sottolineato, ovvero quella che scaturisce quando un operaio si inventa un nuovo processo osservando la macchina. Il ministro ha parlato del mondo delle imprese, quello dell'automazione in particolare, ricordando un dato significativo: «L'Italia è paese leader nella produzione delle macchine», basti pensare all'export che riguarda questo settore e che è equivalente a quello della moda, dell'agroalimentare e del design messi insieme. Per questo per il ministro le aziende digitali non meritano più investimenti in  quanto tali. E qui ha citato il piano dell'industria 4.0 e «il potente piano di incentivi fiscali automatici» a cui possono accedere direttamente gli imprenditori perché ha rimarcato «un direttore di un ministero non può saperne più di un imprenditore». «L' innovazione tecnologica porta sicuramente a un cambiamento di paradigma del lavoro - ha proseguito Calenda - ma se questo cambiamento sia positivo o negativo dipende da noi. Di sicuro è fondamentale per il welfare e l'ambiente, due grandissime sfide che dipendono interamente dall' innovazione
tecnologica». «Il futuro del Sistema sanitario nazionale dipende, ad esempio, dalla possibilità di usare i big data», ha affermato. Sul fronte dell'ambiente e in particolare dell'energia «oggi per la prima volta le rinnovabili iniziano a diventare remunerative, o comunque raggiungono una parità con le fonti tradizionali. Rimane il problema dell'intermittenza delle rinnovabili, che però a breve sarà risolto con accumuli e reti proprio grazie all'innovazione».

Ha parlato da imprenditore Davide Casaleggio che ha indirettamente replicato al ministro citando il gap di investimenti statali e stranieri nelle start-up.«Nel 2016 sono stati investiti 160 milioni di euro da Venture Capital nelle start-up in Italia: una cifra che non sta in piedi e che non ci permette di competere». Casaleggio ha infatti evidenziato che nello stesso anno la Gran Bretagna ha investito 3,2 miliardi, la Francia 2,7 e la Germania 2 miliardi: «La classifica dei Paesi europei che investono di piu ' in start-up vede l 'Italia tra gli ultimi e questo divario non e ' piu ' possibile» ha osservato Casaleggio indicando la necessita ' di «creare un 'infrastruttura per queste start-up e per l 'innovazione in generale». Casaleggio ha spiegato che le societa ' italiane, ricevendo fino a 5 milioni di euro, faticano a competere con concorrenti europei finanziate per la ricerca e sviluppo anche con 300 milioni di euro ciascuno. Dal 2012 (epoca governo Monti, il ministro dello sviluppo economico era Corrado Passera) l'ecosistema sembra più favorevole alle nuove imprese, ha detto Casaleggio jr, ma sussiste una difficoltà di tempi e burocrazia: «In Francia bastano 4 giorni per aprire un'azienda». «Non sono italiane le tre startup più finanziate» ha dichiarato illustrando la classifica che vede Hellofresh, Blablacar e Letgo in cima, e anticipando un tema che verrà affrontato tra qualche giorno nel tradizionale meeting annuale organizzato dalla Casaleggio, il rapporto sull'e-commerce in Italia. La slide di accompagnamento è perentoria: «In Italia non avrebbero potuto essere finanziate!». 

Poi parlando di intelligenza artificiale ha dedicato un breve passaggio all' «intelligenza partecipata» e quindi a Rousseau, la piattaforma web del M5S creata da lui e definita così: «Un unicum nel mondo!». L'esperienza online offerta da Rousseau ha reso possibile la selezione, tra gli altri, del candidato che poi è diventato «sindaco di questa città» si legge in un piccolo appunto sulla slide a più alta densità politica, quella in cui Casaleggio jr dice «Stiamo creando, abbiamo, facciamo». Il Movimento è il soggetto sottinteso ma mai pronunciato. Mentre Casaleggio parlava davanti al numero uno del Mise, alla Camera Luigi Di Maio illustrava il piano politico per lo sviluppo economico del M5S. 

Alla fine, stretta di mano calorosa tra Calenda e Casaleggio. Il ministro ha lasciato la sala e a chi gli chiedeva un commento sull'intervento dell' imprenditore Casaleggio ha confidato che si aspettava di più sul piano della proposta politica. I numeri sulle start up e sul venture capital portati da Davide Casaleggio sono «reali», ha detto. Ma «la cosa che sarebbe stata utile soprattutto per la sua esperienza tecnica è avere qualche proposta che fosse un pochino piů elaborata del suo aver detto dobbiamo investire di più». Ma ha anche aggiunto: «Qualunque stimolo o valutazione da parte di un cittadino dell 'operato del governo non si commenta ma si ascolta. Punto. Questa è la linea che io uso». Un modo per dire che lo studio reciproco tra i due è solo ai preliminari. 
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