Bersani: la Lega è finita nel pantano
E Casini parte all'attacco di Bossi

Casini e Bersani
di Claudio Sardo
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Lunedì 20 Giugno 2011, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 19:51

ROMA - La Lega nel pantano. Allo stato pu lanciare solo penultimatum. Appena la folla di Pontida applaudiva i passaggi pi duri del suo discorso, Bossi era costretto a precisare, attenuare. Del resto domani sarà costretto a votare alla Camera una nuova fiducia al governo». Il commento di Pier Luigi Bersani non concede nulla al Carroccio. Con Dario Franceschini il segretario ha appena concordato la presentazione di un documento, da sottoporre al voto di Montecitorio, in cui si chiede di respingere la richiesta leghista di trasferire i ministeri al Nord. «Vedremo se la maggioranza terrà» è la sfida di Franceschini. Una sfida rivolta anche, e forse soprattutto, al Pdl, dove non mancano forti contrarietà alle Lega (vedi Alemanno e Polverini). «Quanto a Pontida - sostiene ancora Franceschini - abbiamo assistito a un’altra sceneggiata insopportabile di questa Lega che alza la voce in Padania e cala le braghe a Roma».

È questa la falsariga dei commenti dell’intera opposizione: «Bossi - ha detto Pier Ferdinando Casini - si è arrampicato sugli specchi per non rispondere alla questione vera che gli hanno posto i leghisti: togliere la spina a Berlusconi». Ma in realtà sia nel Pd che nell’Udc sono convinti che il patto di governo potrebbe anche saltare in autunno. «Il discorso di Bossi - è ancora il leader centrista a parlare - è stato un escamotage: cambiare strada oggi per lui sarebbe stato molto difficile». Tuttavia, secondo Casini, «Bossi ha preso tempo». Dopo l’estate valuterà. Non è detto che riesca ad evitare a lungo la frattura tra le istanze dei suoi elettori e le compatibilità imposte da Tremonti.

Anche Bersani dubita, a questo punto, sulla tenuta dell’alleanza Pdl-Lega in autunno. Al gruppo dirigente del Pd comunque ha chiesto di insistere, senza deragliare dalla linea fin qui seguita: dialogo con tutte le forze d’opposizione, critica incalzante alle contraddizioni che si aprono nel governo e nella propaganda della Lega. Agli impegni del Pd Bersani vuole ora aggiungere un lavoro sul rafforzamento del partito. La prossima direzione - il 24 giugno - sarà dedicata proprio al partito (nuovo rapporto centro-periferia, manutenzione delle primarie, radicamento, rinnovamento) come antitesi «culturale» del berlusconismo.

Lo stesso Romano Prodi ieri, in un videomessaggio inviato al gruppo ”Insieme per il Pd” riunito a Bologna, ha sostenuto che «il governo è completamente fuori linea rispetto al Paese». «Le elezioni comunali prima e i referendum poi hanno fatto capire che c’è un’aspirazione popolare completamente diversa dalla politica del governo». Questa condizione comunque è, secondo Prodi, «necessaria ma non sufficiente» per determinare davvero il cambiamento. Bisogna insomma lavorare al progetto e definire meglio nell’opposizione il profilo dell’alternativa.

Antonio Di Pietro, per parte sua, lancia segnali positivi al Pd. Il suo approccio nei confronti della Lega è molto più simile a quello di Bersani che non a quello di Nichi Vendola: «Gli elettori leghisti - ha detto il leader Idv - sono delusi da Berlusconi e cominciano a dubitare dei loro stessi capi. Tocca a noi del centrosinistra prestare orecchio alle loro richieste e alle loro esigenze». Il discorso di Pontida è stato per Di Pietro innanzitutto questo: la prova che Bossi «non è più in grado di rappresentare le istanze della sua gente».

«Dopo il triste incontro di Pontida, il governo è al tutti contro tutti», ha osservato il leader di Alleanza per l’Italia Francesco Rutelli, aggiungendo che «il Terzo Polo deve ora rapidamente organizzarsi ed integrarsi per affrontare in modo adeguato le sfide». «Ogni partito e partitino, ogni corrente e personaggio locale - ha aggiunto - spara improbabili pretese per dimostrare di contare in una coalizione paralizzata e impotente di fronte alla gravissima crisi economico-sociale».

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