Presidente Berlusconi, avrà sentito l’ultima di Salvini. Lui nel ballottaggio a Roma voterebbe la grillina Raggi e non Giachetti. Anche lei?
«I grillini sono molto bravi nel coprire con un volto presentabile l’inconsistenza e la pericolosità delle loro proposte. Persone a me vicine, mi hanno parlato bene di Virginia Raggi. Mi dicono che non è soltanto telegenica, ma è anche un bravo avvocato. Ma questo non basta per governare una città complessa come Roma. Ci vogliono una esperienza e una cultura di governo che a lei e ai grillini mancano completamente. Non posso pensare neanche per un attimo che la capitale d’Italia cada nelle mani di un movimento politico che si è già dimostrato incapace di amministrare, e che è oltretutto agli ordini di leader davvero inquietanti».
Non è strano che un imprenditore come lei non abbia puntato su un imprenditore come Marchini, che quasi sembra una sua fotocopia del '94?
«E’ a tutti noto che su Marchini c’è stato un veto insuperabile da parte di Fratelli d’Italia. Marchini viene da una famiglia di imprenditori che con la politica ha sempre avuto un legame molto stretto. Ma con la politica e con i politici di sinistra. Ha anche molte amicizie nella cosiddetta Roma bene, ma le elezioni a Roma si vincono nelle periferie, non nei salotti. Per gli elettori del centro-destra dopo la candidatura di Bertolaso votare per Marchini vuol dire sprecare il voto e fare così un favore alla sinistra».
«Non mi risulta che siano gli italiani a pensare questo. Fingono di pensarlo solo alcuni opinionisti di sinistra che cercano di far circolare interessatamente questa voce. Ma i fatti, ogni giorno, li smentiscono».
«Basta chiedere agli italiani: qualcuno si è accorto di pagare meno tasse? Di trovare lavoro più facilmente? Di fare meno fatica ad arrivare a fine mese? Di guadagnare di più? L’unica cosa che aumenta è il deficit, che saranno nuove tasse per il futuro. In sintesi: più debito pubblico, più tasse, più disoccupazione, più poveri, più immigrati. Non credo ci sia da vantarsene».
«Ogni volta che penso alla Libia provo una grande tristezza, considerando come si è ridotto il Paese con il quale, con un paziente e faticoso lavoro, ero riuscito a creare condizioni di positiva collaborazione su vari fronti. Oggi la Libia è ridotta così dagli errori e dai meschini interessi di alcuni paesi occidentali. Fare la guerra a Gheddafi, e illudersi che dopo la cosiddetta Primavera araba non ci sarebbero stati più problemi, è stato un errore imperdonabile. Adesso tutti mi danno ragione, ma è troppo tardi. Avevo avvisato i governi europei e quello statunitense che il cambio di regime in Libia avrebbe dato luogo ad un disastro. E purtroppo così è avvenuto: la nazione è collassata».
«Io sono fermamente contrario ai bombardamenti perché bombardare vorrebbe dire fare tante vittime innocenti, distruggere tutto, incentivare le migrazioni verso l’Italia e nessuno avrebbe più una casa e una città dove tornare. Non solo. Si ritornerebbe da parte di tutti i cittadini libici a quell’odio verso i colonizzatori italiani che noi abbiamo superato con dieci anni di duro lavoro. Arrivando a trasformare il 31 agosto dalla Giornata della Vendetta alla Giornata dell’Amicizia. Il problema delle truppe Isis in Libia deve essere risolto dai governi libici attuali con una offerta ai mercenari, conquistati dall’Isis per fame attraverso uno stipendio di 1000 dollari al mese, con la promessa dell’arruolamento nelle forze libiche ed uno stipendio di poco superiore a quello che percepiscono attualmente. Quanto ad un nostro in
Berlusconi: «Niente patti con Renzi. A Salvini chiedo lealtà»
di Mario Ajello
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Giovedì 10 Marzo 2016, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 10:46
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