Silvio Berlusconi, in conseguenza del rigetto del suo ricorso, è stato condannato a rifondere a L'Espresso 10 mila e 200 euro per le spese di giustizia. Ad avviso della Terza Sezione Civile della Suprema Corte - sentenza 19152 depositata oggi - la pubblicazione dell'articolo 'proveniente' dall'Economist «per la fonte da cui proveniva, e per i contenuti che aveva, costituiva una notizia di indubbio interesse generale», pertanto chi aveva diffuso la notizia di questo articolo in Italia «era esonerato dal verificare la verità oggettiva dei fatti narrati dal quotidiano britannico».
Inoltre l'articolo nel quale 'Repubblica' esponeva quanto scritto il giorno prima dall'Economist, ha rispettato «il dovere di terzietà e non decettività, consistente nel non presentare le opinioni altrui come fatti oggettivi». Alla difesa di Silvio Berlusconi che sosteneva che il giornalista «non deve riferire all'opinione pubblica opinioni altrui, quando queste abbiamo contenuto diffamatorio», la Cassazione replica che «quando sussista un interesse pubblico alla notizia (intendendosi per 'notizia' il fatto della dichiarazione del terzo), il giornalista ha diritto di riferirla, e ciò indipendentemente dalla veridicità dei fatti narrati o dalla intrinseca offensività delle espressioni usate».
In primo grado, il 21 novembre 2003, il tribunale di Roma aveva respinto la richiesta di risarcimento per danni da diffamazione avanzata da Berlusconi nei confronti del gruppo L'Espresso e si era dichiarato incompetente per territorio per quanto riguardava la domanda risarcitoria nei confronti dell' Economist.
In secondo grado, la Corte d'Appello di Roma con sentenza del 9 ottobre 2007, aveva confermato il 'no' alla condanna del gruppo L'Espresso affermando che «la pubblicazione dell'articolo 'L'Economist e il Cavaliere - Perchè non può governare' sul quotidiano La Repubblica costituì legittimo esercizio del diritto di cronaca e di critica». Nei confronti dell'Economist, Berlusconi non presentò ulteriori richieste di risarcimento. Ora la Cassazione (presidente Alfonso Amatucci, relatore Marco Rosetti) ha confermato il verdetto d'appello.
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