Berlusconi: «Basta impresentabili». E spunta l'ipotesi della Cucinotta

Berlusconi: «Basta impresentabili». E spunta l'ipotesi della Cucinotta
di Emilio Pucci
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Giovedì 25 Gennaio 2018, 10:02 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 14:34
A tutti i coordinatori regionali consegna un plico. Nomi con date di nascita e professione. «Questi sono i miei suggerimenti, spero che ne terrai conto». Un regalino, una visita per le stanze della villa, con la tavola imbandita ad ogni ora della giornata. Berlusconi prova così a chiudere le liste. Lombardia, Emilia, Veneto, Umbria, Sicilia. Oggi tocca a Friuli Venezia Giulia, Calabria, Lazio, Campania, Abruzzo e alle altre regioni. Chi va ad Arcore si trova una sorta di plotone di esecuzione: i capigruppo Romani e Brunetta, Ghedini, Ronzulli, Tajani, Giacomoni. Atmosfera cordiale ma poi il Cavaliere lascia la compagnia per incontri vis à vis: «In questa regione vorrei un imprenditore, uno vicino alla Brambilla, due seniores e due juniores. Servono anche sacrifici per chi è alleato con FI, bisogna fare spazio».
Nessun diktat naturalmente ma è chiaro che l'ex premier ha studiato le mappe, ha per ogni territorio persone da mettere in campo. Soprattutto esponenti della società civile. Raccontano in FI che non sia soddisfatto di come si stia componendo la griglia. «Voglio novità, non professionisti della politica L'ex premier a chi guida il partito in ogni regione ha affidato quindi una sorta di vademecum. Regole di ingaggio chiare: «Niente politicanti, voglio rinnovamento». Da qui le fibrillazioni nel partito. Due giorni fa circa 140 parlamentari hanno fatto la fila per l'accettazione delle candidature. Firma davanti al notaio.

50% DI RICANDIDATI
Ma non tutti i deputati e i senatori uscenti riferisce chi è vicino al Cavaliere verranno ricandidati. Forse solo la metà. Soprattutto a chi ha avuto problemi nel versare soldi nelle casse del partito verrà preferito chi invece ha fondi da investire nella campagna elettorale. Presidenti di categorie, dirigenti di società che hanno la possibilità di far camminare il partito con le proprie gambe. «Non voglio più metterci un euro», il refrain del Cavaliere che in questi anni ha ripianato i debiti del partito. Ieri pomeriggio poi è arrivato Gianni Letta. Con l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio ci sarà l'ultima limatura dell'elenco. Ma problemi con gli altri partiti dell'alleanza non sono stati ancora risolti. Ieri l'ex premier ha incontrato Cesa: ci sono attriti tra Lega e la cosiddetta quarta gamba del centrodestra sulla Liguria e anche qualche fibrillazione tra il presidente di Noi con l'Italia e il duo Lupi-Fitto. «Cesa vuole propri candidati sicuri nel Lazio, in Calabria, Sicilia e in quasi tutto il sud, è troppo», protesta un ex esponente di Ap.
Intanto ieri il Cavaliere ha provato a chiudere il cerchio in Lombardia e Veneto. In Lombardia ci saranno Gelmini, Romani, Brambilla, Serafini, Ravetto, Mandelli, Messina, Galliani, Centemero. Più altre carte che l'ex premier scoprirà all'ultimo minuto. In Veneto è Ghedini a dettare i giochi: dal Csm tornano Zanettin e Casellati, c'è Brunetta, il senatore uscente Marin, Milanato, l'ex deputato Ferro. A FI toccheranno 9 collegi, ma Berlusconi spinge per averne qualcuno in più. Alla Lega infatti ne toccano 16, 2 a FdI, uno a Noi con l'Italia. Intanto impazza il toto candidature. Confermata l'ex tronista Citino in Sicilia, girano voci su una possibile candidatura dell'attrice Maria Grazia Cucinotta e di Marco Bacini, compagno della conduttrice tv Federica Panicucci. Quasi fatta la squadra nel Lazio: ci saranno Giro, Gasparri, Maria Rosaria Rossi, l'imprenditore Angelucci, Battistoni, Fazzone, Polverini. La Calabria potrebbe sfidare il ministro Madia. Problemi, invece, in Campania. Berlusconi non vorrebbe il figlio di Cesaro in lista. «Niente più impresentabili». Un chiarimento arriverà oggi.
 
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