Berlusconi attacca: «I giudici ideologicizzati metastasi democrazia». Fischi da Confesercenti

Silvio Berlusconi mima il gesto delle manette (foto Alessandro Paris - Lapresse)
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Mercoledì 25 Giugno 2008, 12:37
ROMA (25 giugno) - Nuovo violento attacco di Silvio Berlusconi ai pm e ai giudici "ideologicizzati". Sono costretto, ogni sabato mattina,a preparare con i miei legali udienze in cui sono oggetto dell'attenzione dei pm o giudici ideologicizzati che sono la metastasi della democrazia, ha detto oggi il presidente del Consiglio all'assemblea della Confesercenti.



Fischi e buuuh dai commercianti. Le parole di Berlusconi sono state accolte da raffiche di fischi e di "buuuh" e solo da qualche applauso dalla platea della Confesercenti. Il presidente dell'organizzazione dei commercianti Marco Venturi ha invitato la platea a lasciar parlare il premier. 



L'imbarazzo di Venturi. «I nostri ospiti vanno rispettati, non ritengo positivo quello che è successo, la nostra reazione non mi è piaciuta», ha commentato il presidente della Confesercenti Marco Venturi riferendosi ai fischi al premier. «Per Berlusconi sono temi sensibili e ha ritenuto doverne parlare. Mi spiace per la reazione della platea, sono imbarazzato», ha proseguito Venturi sottolineando che, comunque, «una parte della platea ha fischiato, l'altra ha applaudito: non siamo un'organizzazione politica e quindi dentro c'è di tutto, una parte e l'altro. Questo è un evento che non doveva essere politicizzato». «L'anno scorso comunque era stato fischiato l'allora premier Romano Prodi», ha ricordato Venturi, assicurando che il presidente del consiglio verrà sempre invitato all'assemblea annuale.



«Certi giudici sono politicizzati. Sono veramente indignato da accuse folli e infamanti nei miei confronti», ha sottolineato Berlusconi. Il presidente del Consiglio non ha usato mezzi termini per criticare l'operato di certa magistratura e ha ribadito la sua innocenza. Ma durante i passaggi del suo j'accuse contro le toghe è stato fischiato più volte dalla platea. «I cittadini hanno il diritto a esser governati da chi hanno scelto democraticamente: non posso accettare che un ordine dello Stato voglia cambiare chi è al governo, ledendo il diritto dei cittadini, con accuse fallaci», ha continuato il presidente del Consiglio, tra ripetute urla di riprovazione dell'assemblea dei Confesercenti.



Ho speso 174 milioni per pagare legali. Il premier ha snocciolato poi alcuni dati sulle ingenti spese processuali di cui si fa carico da anni: «Vi do soltanto due dati. Lo sapete dal '94 al 2006 quanti pm e magistrati si sono interessati di Berlusconi? Presidente - dice rivolto a Marco Venturi - dice lei un numero. Al 2006 sono 789 che si sono interessati del politico Berlusconi con il fine di sovvertire il voto degli italiani. Vi ricordo inoltre che gli italiani, come in tute le democrazie, hanno il diritto di vedersi governare da coloro che hanno scelto attraverso un libero e democratico voto. Non possiamo accettare che un ordine dello Stato pretenda di calpestare questo diritto, cambiando chi è al governo con accuse folli ed infondate. Io ho fiducia nella categoria dei magistrati perché ho avuto sempre l'assoluzione più completa. Sono sempre stato assolto o per non aver commesso il fatto o perché il fatto non sussiste». Il premier parla del suo «calvario» che è riuscito a sopportare solo perchè «ne ho i mezzi. Questo calvario mi ha portato a subire 587 visite della polizia giudiziaria e della Gdf, 2.500 udienze e una spesa in avvocati dal '94 ad oggi di 174 mln di euro. Quindi mi indigno quando qualcuno nell'opposizione si lascia trasportare dall'ala più giustizialista...».



Napolitano. «Misura ed equilibrio». Li chiede il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al mondo politico e alla magistratura, insieme ad un «clima di ascolto reciproco», sottolineando l'auspicio che, «in questo momento di tensione», «nessuno» rinunci a cercare il dialogo. Il presidente della Repubblica lo ha detto stamattina, nel corso di un incontro al Quirinale con il Consiglio nazionale forense, prima dell'intervento del presidente del Consiglio alla Confesercenti.



Veltroni: «Berlusconi ritorna allo scontro permanente». Il leader del Pd Walter Veltroni, in platea durante il discorso del premier, ha detto che il ritorno allo «scontro permanente» è responsabilità di Berlusconi. «Con questi toni il dialogo è molto difficile, specie sul lodo Schifani. Quello che è avvenuto oggi - ha detto Veltroni - e che fa seguito ad una serie di iniziative di rottura, cambia profondamente il rapporto tra maggioranza e opposizione rispetto alla fisiologia che si registra in tutta Europa. Nessun capo di governo avrebbe mai fatto un discorso di quella natura. E si è trattato di un inasprimento di toni scelto e non casuale. Per dialogare bisogna essere in due. E noi abbiamo registrato l'assoluta determinazione della volontà del governo di uno strappo». Ma lei aveva detto che non vi sareste fatti trascinare indietro da Berlusconi: «E infatti - ha replicato Veltroni - la nostra opposizione evita gli attacchi personali e le demonizzazioni, ed è fatta di giudizi politici, come voi potete registrare. Noi continueremo per la nostra strada sapendo che questo clima è responsabilità di chi governa il Paese». Quanto ai rapporti con Di Pietro, Veltroni ha specificato che «ognuno fa la sua parte. Di Pietro ha scelto un ruolo e lo esercita. Noi faremo un'opposizione che si candida al governo dell'Italia. Faremo un'opposizione dura e seria», confermando infine la manifestazione in autunno.



Bossi: «Meglio volare più basso». Il leader della Lega Umberto Bossi ha commentato le dichiarazioni di Berlusconi auspicandosi toni più distesi: «Meglio volare più basso. Spero non si rompa il filo del confronto» con il centrosinistra. Bossi ha aggiunto che in caso di «scontro frontale», poi «le cose sono difficili da far passare», a partire dal federalismo. 



La protesta dell'Anm. «Gli attacchi ingiustificati rischiano di creare una delegittimazione dell'intera istituzione», ha commentato il presidente dell'Anm Luca Palamara, a proposito delle affermazioni del premier. «Parole quali conflitti, opposizione, tregua non appartengono al lessico dell'Anm che viceversa ritiene indefettibile la coesistenza tra poteri dello Stato, nel reciproco rispetto che significa reciproca legittimazione» dice Palamara, che ribadisce che «il tema che interessa i magistrati italiani è il funzionamento del processo» e che per questo le toghe «chiedono alla politica di migliorare il sistema nell'interesse dei cittadini».



L'Associazione Nazionale Magistrati contesta poi il titolo «L'Anm sì all'immunità. Offerta di tregua al governo: ma non bloccate i processi» dell'articolo sulla prima pagina, di Repubblica di oggi relativo all'intervista del segretario del sindacato delle toghe Giuseppe Cascini, precisando che «non corrisponde al pensiero manifestato nel testo» dallo stesso Cascini. «Espressioni come offerta di tregua al governo o ad altri ordini dello Stato non appartengono al lessico della Associazione che non si pone in contrapposizione a nessuna altra istituzione». «La eventuale scelta di introdurre una immunità temporanea o permanente per chi ricopre alti incarichi istituzionali appartiene alla responsabilità della politica», continuano le toghe.