Potrebbe essere il momento di adattare gli orari di classe degli studenti ai loro ritmi biologici naturali, secondo un nuovo studio di UC Berkeley e Nordest dell’Illinois University». Così Beppe Grillo sul suo blog, aprendo un nuovo fronte di lotta: tutti a scuola in orari più "moderni".
«I ricercatori hanno monitorato quasi 15.000 studenti universitari - spiega il fondatore M5S - Dopo aver diviso gli studenti in “nottambuli”, “fringuelli diurni” e “allodole del mattino” – in base alle loro attività nei giorni in cui non erano in classe – i ricercatori hanno confrontato i loro tempi di lezione con i risultati accademici. I risultati sono davvero curiosi. Sembra che i ritmi circadiani influenzino drasticamente anche i nostri voti a scuola, tramite gli orari delle lezioni. Gli studenti i cui ritmi circadiani non erano sincronizzati con i loro orari di lezione, ad esempio, i nottambuli che frequentavano i corsi di primo mattino, hanno ricevuto voti più bassi a causa del “social jet lag”.
Ma questo non riguarda un piccolo numero di studenti. Si è scoperto che la maggior parte degli studenti erano in jet-lagging per i loro orari di lezione, e che questo era fortemente correlato con la diminuzione delle prestazioni accademiche. Oltre ai deficit di apprendimento, il jet lag sociale è legato all’obesità e all’eccessivo consumo di alcol e tabacco. C’è una nota positiva.
La ricerca indica che se uno studente può strutturare un programma coerente con i propri ritmi, ha molte più probabilità di raggiungere il successo accademico. I nottambuli sono i più vulnerabili. Il 50% degli studenti prende parte alle lezioni prima di essere completamente sveglio, e un altro 10% raggiunge il picco di attenzione molto prima del momento dell’inizio delle lezioni.
Studi precedenti hanno rilevato che si passa dal sonno alla veglia in momenti diversi della giornata e in momenti diversi della vita. Gli anziani tendono ad essere attivi prima, mentre i giovani lo sono più tardi. Nel complesso, gli uomini rimangono alzati più tardi delle donne, e i ritmi circadiani cambiano con le stagioni in base alla luce naturale. In quella che si ritiene essere la più grande indagine mai realizzata sul social jet lag, utilizzando dati reali, i risultati suggeriscono che piuttosto che ammonire gli studenti in ritardo o dire ai figli di andare a letto prima, si dovrebbe seguire il ritmo biologico di ognuno di noi. Ora sappiamo che esistono più o meno 3 ritmi biologi distinti, si dovrebbe lavorare per individuare l’istruzione in modo che l’apprendimento e le classi siano strutturate per agevolare l’apprendimento. Qualcosa ci dice che anche il lavoro sia soggetto a dinamiche simili».
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