Assunzioni sbloccate, stabilizzati più precari

Assunzioni sbloccate, stabilizzati più precari
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Venerdì 7 Aprile 2017, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 07:47
LA DECISIONE
ROMA L'accordo politico è stato raggiunto. Quello tecnico seguirà a breve. Dopo anni con le mani legate, già da quest'anno i sindaci potranno ricominciare ad assumere personale nei Comuni in una misura più consistente di quella consentita fino ad oggi dal rigido blocco del turn over. La prossima settimana, insieme al Documento di economia e finanza e alla manovrina da 3,4 miliardi, sarà approvato anche un decreto sugli enti locali che conterrà le nuove regole sulle assunzioni. Attualmente i sindaci hanno le mani legate. Non possono spendere per nuovo personale, una somma superiore al 25% di quella relativa agli stipendi dei dipendenti andati in pensione l'anno precedente. Questa soglia sarà alzata. Sul quanto ci sono ancora due ipotesi sul tavolo dei tecnici.
LE IPOTESI
La prima prevede un aumento secco al 70%. La seconda, sulla quale spingerebbe soprattutto il Tesoro, prevede un piano più graduale, spalmato su tre anni. Quest'anno la soglia verrebbe fatta salire al 60%, il prossimo anno all'80%, per poi arrivare nel 2019 allo sblocco totale del turn over. I Comuni, del resto, non smettono mai di ricordare a Palazzo Chigi che senza l'intervento del 2014 del governo Renzi, il turn over sarebbe già sostanzialmente sbloccato. «C'è l'impegno a sbloccare il turnover: non sarà più al 25%, la nostra richiesta è che sia al 75% e l'auspicio è che il governo venga incontro a questa richiesta», ha detto ieri il presidente dell'Anci Antonio Decaro. «Dopo tanti anni di sacrifici», ha aggiunto, «questo ci spetta». I Comuni, insomma, preferirebbero avere il 75% di sblocco anche solo per il 2017, piuttosto che una percentuale più bassa ma crescente nel tempo. I sindaci hanno ottenuto anche un'altra importante vittoria. Un ammorbidimento dei piani di rientro per il salario accessorio erogato indebitamente in passato ai propri dipendenti. Attualmente è previsto che le amministrazioni debbano recuperare questi soldi riducendo i fondi futuri del salario accessorio. Il meccanismo resterà questo, ma i sindaci hanno ottenuto due aperture importanti. La prima è più tempo per il recupero, altri cinque anni per l'esattezza. La seconda è che potranno usare risparmi di spesa sia passati che futuri per ammortizzare il debito. Questo significa anche che, una volta sbloccato il turn over, alcuni Comuni potrebbero decidere di usare la dote non per assumere nuove persone ma per ridurre il taglio dei fondi del salario accessorio che, in definitiva, si traduce sempre in una riduzione delle buste paga dei dipendenti Comunali. Si aprirà un «tavolo congiunto», governo e territori, per «definire la disciplina per la costituzione dei fondi, nuovi e vecchi, per il salario accessorio» e così fornire «regole omogenee» a livello nazionale., ha commentato il sottosegretario alla Funzione pubblica Angelo Rughetti.
DISCO VERDE
Ieri il governo ha anche ottenuto il via libera da parte delle Regioni e dei Comuni alla riforma del Pubblico impiego, uno dei decreti sui quali la Consulta aveva indicato la necessità di un'intesa nella Conferenza. Stato-Regioni e in quella unificata Per ottenere il via libera il governo si è anche impegnato ad allargare la platea della stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, che in base alle norme inserite nel testo permetterebbe, al momento, l'assunzione di 50 mila dipendenti. Nell'operazione rientreranno anche i lavoratori socialmente utili, e coloro che hanno maturato i tre anni previsti oltre che in una amministrazione, anche in una società in house, quelle cioè che hanno appalti solo con il Comune. All'intesa ha plaudito via twitter il ministro Marianna Madia. «Raggiunta l'intesa con tutte le Regioni per i decreti di #RiformaPA sul lavoro pubblico. Ora parere Camere e poi nuovo contratto», ha commentato.
Andrea Bassi
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