Adozioni, i sondaggi ora frenano Renzi: via libera non prima di un anno

Alfano e Renzi
di Alberto Gentili
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Lunedì 29 Febbraio 2016, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 15:24

«Si parte veloci, ma poi si frena e ci prendiamo tutto il tempo che serve». Matteo Renzi, incassato il sofferto “sì” del Senato alle unioni civili, non ha fretta di andare allo scontro sulla legge per le adozioni. Tanto più che a palazzo Madama i numeri sono quelli che sono e il premier-segretario, dopo che il leader centrista Angelino Alfano ha scandito il suo veto, non ha alcuna voglia di tentare nuovamente un accordo con i grillini per far passare le nuove adozioni: «Sono dei voltafaccia, sono inaffidabili. Abbiamo già dato...».

IL PESO DEI SONDAGGI
A consigliare prudenza a Renzi sono anche i sondaggi. Sette italiani su dieci apprezzano le unioni civili, ma bocciano le adozioni per le coppie gay: le stepchild adoption. Così, alla vigilia dell'importante tornata elettorale a Milano, Roma, Napoli, Torino, Bologna e a sette mesi dal referendum confermativo di ottobre sulla riforma costituzionale del Senato, il premier-segretario prende tempo: «Per la nuova legge ci vorrà almeno un annetto e faremo ogni passo con buonsenso e ponderazione». «Ma da qui a dire che rinunciamo alle adozioni», afferma il cattodem Giorgio Tonini, «ce ne corre. Un conto è stralciare, come abbiamo fatto, le stepchild adoption. Un conto è stracciarle e gettarle nel cestino. Del resto lo stesso Alfano era d'accordo ad affrontare la questione con una legge ad hoc. Se ha cambiato idea non è colpa nostra».
 
La strategia di Renzi è basata questa volta sulla «prudenza». «Senza assalti alla garibaldina, ma anche senza accettare veti che di certo non ci spaventano», dice uno dei suoi. E inserendo le stepchild adoption «nel quadro di una riforma complessiva delle adozioni». La road map la spiega Walter Verini, capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera: «Non è la stepchild il tema nella legge, ma le adozioni in generale. Ci sono migliaia di bambini affidati ai servizi sociali che attendono una famiglia. E il nostro obiettivo è rendere più rapido, più semplice e più sensato il meccanismo di adozione da parte delle coppie eterosessuali, in modo da favorire l'incontro tra domanda e offerta d'affetto. In più si tratta di dare una nuova regolamentazione alle adozioni internazionali, ora troppo complessa. Infine affronteremo anche la stepchild, ma con spirito inclusivo e non divisivo e, soprattutto, senza partire da qui per evitare che si scateni un nuovo scontro ideologico. Cercheremo, ad esempio, di spiegare che favorire l'adozione di quei 500-600 bambini figli di uomini e donne gay, sarebbe il modo migliore per scoraggiare la pratica dell'utero in affitto».

«UN TESTO NON DIVISIVO»
Il primo passo, Renzi, lo muove alla Camera. Obiettivo: «Scrivere un testo condiviso, non blindato e non divisivo», come si è invece rivelato il ddl Cirinnà. Dopo una riunione tra il capogruppo Ettore Rosato, il responsabile giustizia David Ermini, Verini, il presidente della commissione giustizia Donatella Ferranti, sono stati decisi due passaggi. Il primo sarà mercoledì la riunione del gruppo democrat: «In questa sede cominceremo ad approfondire la materia per mettere a fuoco le diverse sensibilità e cercare la posizione più condivisa possibile», spiega Rosato. Il secondo passaggio sarà un'indagine conoscitiva: «In Commissione per circa un mese ascolteremo pareri di psicologi, giudici minorili, avvocati, associazioni, etc», aggiunge il capogruppo del Pd, «e metteremo a fuoco la situazione migliore per bambini e famiglie adottive. Solo dopo metteremo nero su bianco la legge».

I tempi? Si parla di almeno un mese, forse qualcosa di più. Di sicuro il disegno di legge del Pd sarà a firma Rosato-Zanda (il capogruppo al Senato). Questo «per dimostrare la totale condivisione del testo nel partito». Ma né palazzo Chigi, né Rosato azzardano per ora una data di presentazione del provvedimento in aula. Del resto, si diceva, questa volta Renzi non ha alcuna fretta.

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