Yahoo, Marissa manda a casa il maschietto de Castro, la dura legge della manager

Marissa Mayer
di Anna Guaita
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Lunedì 20 Gennaio 2014, 14:32 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 15:34
NEW YORK - Non si fa cos. Neanche due frasette gentili. Neanche una foglia di fico per salvare la faccia. Il modo in cui Marissa Mayer ha licenziato Henrique de Castro ha fatto sensazione. La Ceo di Yahoo aveva lottato per portare de Castro via a Google, e affidargli l'incarico di rilanciare il settore pubblicità per la sua azienda. Gli ha dato esattamente un anno e tre mesi. Poi, insoddisfatta, lo ha bruscamente messo alla porta. E nella lettera in cui si annunciava la decisione non si è curata di includere le solite frasi di prammatica che ammorbidiscono il colpo per la vittima. Niente spiegazioni tipo «Henrique ha deciso che vuole passare più tempo con la famiglia», o «Henrique ha intenzione di dedicarsi a nuovi e diversi interessi». Insomma, generalmente è così che si fa, e il fatto che non sia successo è quasi senza precedenti. Ed è stato sufficiente per riaccendere i soliti pettegolezzi sulle donne che quando diventano manager sono cattive, più cattive degli uomini.



CATTIVERIE DI GENERE

Ricordate il film “Rivelazioni”, con Demi Moore e Michael Douglas? Era una vicenda in cui la donna manager tentava di sedurre e poi rovinare la carriera di un uomo suo rivale. O “Il Diavolo veste Prada”, che raccontava le fatiche di una giovane dipendente davanti alle angherie della sua boss? Badate bene, sono distanti dodici anni l'uno dall'altro: Rivelazioni è del 1994, Prada del 2006. E la verità, a sentire sociologi e psicologi, è più quella del secondo film: le donne manager sono effettivamente dure, ma tendono a esserlo verso le altre donne, non verso gli uomini.

Una manager di una radio newyorchese, che chiede di non rivelare il suo nome, spiega che la verità sta tutta nel mondo in cui il comportamento del - o della - manager viene percepito dagli altri: «Se a licenziare de Castro fosse stato un uomo, chi ci avrebbe fatto caso? Ma è stata Marissa, e quindi fa notizia». La teoria, vecchia come il mondo, sarebbe cioé che «se è un uomo a fare il duro, viene ammirato, si dice che ha spina dorsale, ma se è una donna si dice che è una strega».



C'è anche un'altra teoria però, e cioè che le donne manager tendano a essere terribili con tutti, uomini e donne, ma gli uomini raramente lo denunciano perché sono a loro volta vittime di un pregiudizio, e cioè un uomo che si lamenti di essere stato maltrattato da una donna sarebbe considerato “una femminuccia”. Non a caso nella lingua inglese esiste l'incoraggiamento “Man up!”, fai il maschio!

Quel che è certo è che le donne manager hanno dovuto e devono lottare contro il famoso tetto di cristallo: riescono cioè a raggiungere con relativa facilità il livello di middle-management, cioè livelli manageriali B, ma solo raramente riescono ad arrivare nell'attico del potere vero, nella zona A, e diventare Ceo di una grande azienda.



IL TETTO DI CRISTALLO

In questa lotta, si dice, la donna "deve nascondere la propria femminilità nel cassetto", e dimostrare di saper lottare come un uomo, e magari anche di più. Leslie MacIntyre, una cacciatrice di teste, spiega: «Finora i settori più difficili per le donne in carriera sono stati la finanza e la legge. Farsi strada ai massimi livelli in un grande studio legale o in una grande banca o società di investimenti è un'impresa erculea». Ma di recente, anche il mondo high-tech è cambiato, ed è diventato più sessista. Nei primi anni di Silicon Valley il rapporto era di circa 45 per cento donne e 65 per cento uomini. Oggi siamo scesi ad appena il 25 per cento di donne. E il motivo è la competizione: quella che è nata come un'industria creativa e collaborativa, è ora la più competitiva. E i dati provano che in un ambiente duro e sessista, le donne manager tendono a essere dure anch'esse.

Ecco forse spiegato il licenziamento asciutto e sbrigativo di de Castro. Marissa Meyer è una delle rare donne ai massimi livelli di aziende high tech. Dal suo collaboratore si aspettava brillanti risultati nel settore pubblicitario. Invece è successo che Yahoo è sceso al terzo posto quanto a raccolta pubblicitaria: veniva dopo Google e prima di Facebook, ora viene dopo Facebook. Per Marissa è stata evidentemente una ragione per licenziare de Castro. Ma lo sarebbe stato anche se invece di esserci una signora Mayer alla cima di Yahoo, ci fosse stato un qualsiasi signor John Smith.
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