Il web ricorda James Foley: un “mausoleo virtuale” con foto, disegni e ricordi

Il giornalista americano ucciso dall'Isis James Foley
di Giulia Aubry
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Lunedì 25 Agosto 2014, 17:40 - Ultimo aggiornamento: 19:10
Hanno voluto ricordarlo cos. Per far dimenticare quelle immagini agghiaccianti e quelle ultime, impersonali, parole. Amici, colleghi, semplici conoscenti e lettori di James Foley, il ragazzo che “raccontava le storie delle persone che soffrono negli angoli pi dimenticati del mondo”.



Dopo il lancio della pagina facebook che raccoglie gli articoli e i tributi che gli sono stati dedicati in questi giorni, è nato così un “mausoleo virtuale”, un sito web con le immagini che da tutto il mondo stanno arrivando all’indirizzo submissions@rememberingjim.org e che, in ordine casuale, stanno componendo un gigantesco tappeto patchwork, un dazebao senza fine che testimonia come la tragica storia di un giovane giornalista americano abbia colpito l’immaginario collettivo, al di là di qualsiasi appartenenza.



C’è chi ha inviato le foto scattate in occasioni ufficiali e informali con lui. Ci sono donne, uomini, bambini di ogni colore e nazionalità. Ci sono pupazzi, disegni, le foto (tante) di macchine fotografiche, le scritte in arabo e l’immagine bellissima di una telecamera con un paio di anfibi. C’è persino il compagno di scuola che ha voluto ricordarlo pubblicando la foto dell’annuario con la dedica.



Ci sono poi i ragazzi di Human Rights Watch, l’organizzazione non governativa statunitense, che sin dal momento della sua scomparsa aveva continuato la sua campagna per tener alta l’attenzione sul rapimento di Foley. E ci sono quelli della Samir Kassir Foundation, il cui nome ricorda il giornalista libanese ucciso da un’autobomba a Beirut nel 2005. E ci sono anche – ma verificare l’autenticità dell’immagine è difficile – un gruppo di ragazzi siriani di Idleb che ne ricordano il sacrificio compiuto per raccontare la verità.



C’è un intero pezzo di mondo che vuole ricordare Jim Foley – e lo fa da giorni anche su twitter con l’hashtag #rememberingJim – e non vuole che cali il silenzio su ciò che succede in Siria, in Iraq o in altre parti del mondo, di cui ci si ricorda solo quando la violenza ha ormai raggiunto (e superato) ogni limite. Si dice che il web abbia memoria breve e divori velocemente tutto ciò che vi compare, ma non può cancellare, nelle persone, i sentimenti provati anche solo per brevi istanti.