Vicky, da rockstar cristiana a icona gay: «Mi sono fatta esorcizzare per non essere più lesbica»

Vicky Beeching
di Federica Macagnone
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Sabato 16 Agosto 2014, 16:25 - Ultimo aggiornamento: 17 Agosto, 18:59

Vicky Beeching una rock star britannica di successo. Trentacinque anni, migliaia di fan, una vita dedicata alla chiesa e un solo rimpianto: aver passato metà della sua esistenza a combattere contro qualcosa che non poteva essere cambiato. La sua omosessualità.

Vicky ha nascosto alla famiglia, a migliaia di cristiani che cantano le sue canzoni, perfino a se stessa, di essere lesbica. Si vergognava, si sentiva malata a tal punto da ricorrere a confessioni e perfino a un esorcismo perché il demonio la abbandonasse. Ma non ha funzionato. Nel frattempo cercava di perdersi nel lavoro e negli impegni.

Una tortura durata fino al giorno in cui le hanno diagnosticato una malattia degenerativa e ha dovuto sottoporsi alla chemioterapia. A quel punto ha capito che avrebbe potuto spegnersi da un momento all'altro senza che nessuno avesse conosciuto chi lei fosse realmente. Il buio che aveva caratterizzato trentacinque anni della sua vita aveva lasciato il posto alla luce della verità.

«Sono lesbica – ha dichiarato la cantante – Gesù ci ha insegnato l'inclusione e l'accoglienza e sono certa che Dio mi ama così come sono».

La notizia è stata uno tsunami per le migliaia di fedeli che vedevano Vicky come icona di cristianità.

Le sono arrivati messaggi al vetriolo, carichi di sdegno e di insulti, ma anche parole di speranza. «Voglio essere l'esempio per migliaia di persone che vivono la mia stessa condizione e si sentono escluse» ha raccontato Vicky, che adesso parla della sua esperienza come di un lontano ricordo.

Ma gli anni passati sono stati terribili. Si sentiva sbagliata, malata. Fin da piccola era attratta dalle bambine e intorno ai 13 anni il sentimento è diventato sempre più forte.

A 16 anni decise di sottoporsi a un esorcismo. «Tutti intorno a me pregavano e piangevano affinché fossi curata – ha raccontato Vicky – poi mi ricordo il prete che, invocando il demone dell'omosessualità, gli ordinò di abbandonare il mio corpo. È stato davvero spaventoso. Ero vulnerabile e, per una cristiana come me, pensare di essere controllata dal diavolo era qualcosa di orribile». Si sentiva denigrata, umiliata e ovviamente il rito non aveva sortito l'effetto sperato.

Poi la scuola, l'università e infine la malattia. «Un giorno notai una cicatrice sulla fronte – ha raccontato Vicky - Un medico mi disse che avevo la sclerodermia lineare, una malattia degenerativa che trasforma il tessuto normale in tessuto cicatriziale. Avevo bisogno di sottopormi alla chemioterapia».

Diciotto mesi di trattamento e tanto tempo per pensare di aver vissuto come l'ombra di se stessa. «Ho deciso di raccontare a tutti la verità. Non potevo perdere altri 35 anni della mia vita – ha raccontato la donna – non mi sono allontanata dalla Chiesa. Ho deciso che voglio essere parte di un cambiamento».