Venezuela, ancora scontri: morto un leader degli studenti

Venezuela, ancora scontri: morto un leader degli studenti
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Giovedì 4 Maggio 2017, 21:44 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 15:20
Non si ferma la violenza in Venezuela con nuove proteste e altre vittime tra le strade del paese nelle manifestazioni contro «l'Assemblea Costituente del Popolo», l'ultima iniziativa del presidente Nicolas Maduro, additata come un «golpe». All'indomani della firma del decreto per designare l'Assemblea, oggi è stata un'altra giornata di dura repressione, con la polizia e la Guardia Nazionale contro i manifestanti in una serie di proteste indette dalle organizzazioni studentesche.

E il bilancio delle vittime sale a 33 con la morte di almeno due giovani: un 17enne nella notte scorsa a Caracas dove la città ha vissuto ore di guerriglia con mezzi blindati della polizia contro i manifestanti. Oggi un giovane rappresentante degli studenti ha perso la vita ad Anzoategui, nell'est del paese, mentre si contano ormai a decine i feriti. La protesta ha contagiato oggi i principali atenei del paese, con scontri nelle sedi dell'Università Centrale e l'Università Cattolica Andrés Bello di Caracas, ma anche di altri centri, come l'Università Bicentenaria di Aragua e l'Instituto Tecnologico di Anzoategui, con la polizia che ha fatto irruzione nei campus lanciando lacrimogeni e intervenendo con i manganelli.

Le proteste studentesche sono partite da assemblee svoltesi nei diversi campus contro quello che viene definito «il golpe continuo» del governo di Nicolas Maduro. Nel suo discorso durante il meeting ufficiale per il Primo Maggio, Maduro ha annunciato la convocazione di una Costituente: un'Assemblea composta da 500 membri, metà dei quali designati da «settori sociali» e metà scelta con «il voto segreto» su «base territoriale», cioè attraverso i «leader delle comunità a livello municipale».

Un progetto che somiglia molto a quello sponsorizzato da Hugo Chavez nel 2007, e poi bocciato in un referendum popolare: creazione di «comune popolari», nel quadro di un nuovo potere dello Stato, e l'avvio di una «democrazia partecipativa», attraverso «organizzazioni sociali». L'opposizione ha subito denunciato la proposta parlando di «Costituente truffa», creata per permettere al governo di ritardare ulteriormente - o forse anche annullare - appuntamenti elettorali che rischia di perdere, come alle politiche del 2015. Esperti costituzionalisti hanno sollevato serie obiezioni al progetto e la maggior parte dei governi latinoamericani non hanno nascosto la loro preoccupazione.

Dura anche la presa di posizione dall'Italia con il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, che ha condannato le violenze sottolineando 'preoccupazionè per come vengono represse le manifestazioni del «dissenso che sono un diritto inalienabile».
Il capo della Farnesina ha poi annunciato un rafforzamento nel paese per l'assistenza dei circa 150 mila italiani presenti nel paese. La mossa di Maduro ha portato anche a una nuova presa di distanza della Procuratrice Generale venezuelana, Luisa Ortega Diaz, secondo la quale una delle più importanti eredità che Chavez ha lasciato al paese è la Costituzione attuale, «che è imbattibile e non migliorabile, appunto perché è la Costituzione di Chavez».
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