In generale si è assistito a un drastico crollo dei crimini in tutte la categorie: non sono solo gli omicidi, dunque, a far registrare numeri bassi rispetto al passato, ma anche le violenze sessuali e le aggressioni, gli scippi, le rapine e i furti d'auto. Tirando le somme di tutti questi reati, negli ultimi 12 mesi si è scesi a 94.806 episodi, contro i 101.716 del 2016. Si tratta di una andamento positivo che dura da 27 anni e che viene visto quasi come un miracolo in una metropoli in cui vivono 8,5 milioni di persone. Grande soddisfazione per il sindaco Bill de Blasio, spesso accusato di essere più “morbido” nella repressione del crimine rispetto al pugno di ferro che ha caratterizzato le amministrazioni di Michael Bloomberg o, andando ancora indietro nel tempo, di Rudolph Giuliani.
Sempre da New York City, poi, giunge la notizia che per la prima volta dal 1982 la popolazione carceraria è scesa al di sotto delle 9.000 unità. I funzionari hanno anche ridotto la detenzione per le persone accusate di reati di basso livello e hanno preso provvedimenti per tagliare il numero dei detenuti in attesa di processo e che devono scontare condanne in carcere. Numeri che stanno portando l'amministrazione a valutare la chiusura del complesso carcerario di Rikers Island dove violenza, cattiva gestione e corruzione sono state oggetto di diverse inchieste negli ultimi anni. «La città è sulla buona strada per mantenere una popolazione carceraria media giornaliera sotto le 9mila unità» ha detto de Blasio. Il sindaco democratico ha aggiunto che vuole chiudere Rikers per costruire carceri più piccole ed espandere quelle esistenti.
I numeri di New York sono solo lo specchio di quello che sta accadendo in altre grandi aree metropolitane americane dove, in questi ultimi anni, c'è stato un calo dei reati, come Chicago o Detroit. In aumento, invece, i crimini nelle città più piccole, come Baltimora o Charlotte.
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