Usa, in Iowa Cruz batte Trump: Clinton vince a fatica

Usa, in Iowa Cruz batte Trump: Clinton vince a fatica
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Martedì 2 Febbraio 2016, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 16:29

Ted Cruz vince in Iowa e ferma, almeno per il momento, l'avanzata di Donald Trump, staccandolo di ben quattro punti. Sul fronte democratico Hillary Clinton, dopo un lungo testa a testa, vince di misura con il 49,9% contro Bernie Sanders che si ferma al 49,6%. 
 



Sono proprio Cruz e Sanders a esultare. Loro che rispetto ai due frontrunner nel piccolo stato del midwest partivano in svantaggio. Mentre, al di là delle dichiarazioni ufficiali, un certo nervosismo serpeggia sia nell'entourage della Clinton sia tra i sostenitori di Trump, che deve subire anche lo smacco di essere stato quasi raggiunto dal giovane senatore della Florida Marco Rubio. Quest'ultimo, l'uomo su cui punta l'establishment del partito repubblicano che mal sopporta sia Trump che Cruz, è la vera sopresa dei caucus in Iowa, con uno sprint che lo ha portato a un solo punto dal tycoon newyorchese. Mentre per Jeb Bush è una debacle, con solo il 2,8% delle preferenze. Anche se lui non si da per perso: «La vera corsa per la Casa Bianca - afferma - comincia in New Hampshire il 9 febbario».

Hillary parla quando ancora il risultato non c'è, forse anche per la tempesta di neve che sta per abbattersi su Des Moines e che spinge un pò tutti a fare presto, a ripartire il prima possibile. Anche Sanders anticipa i tempi, ed esulta: il
«too close to call» per lui è già una vittoria. Per il senatore del Vermont l'Iowa ha parlato e con un messaggio chiaro: «È troppo tardi per la politica dell'establishment e l'economia dell'establishment».

Per Hillary è l'incubo ricorrente: di nuovo l'Iowa, là dove fu battuta da Barack Obama nel 2008, un "dèjà vu" reso ancora più complicato dalla prossima tappa, il New Hampshire, dove Sanders è favorito e dove Hillary Clinton vuole volare subito. La festa più grande nel quartier generale di Cruz e in quello di Rubio. Il primo è raggiante:
«L'Iowa ha parlato. Ha mostrato che la nomination repubblicana non sarà decisa dai media, da Washington e dalle lobby, ma dal popolo». E ricorre addirittura allo «Yes we can», lo slogan di Barack Obama che nel 2008 proprio in Iowa cominciò la sua cavalcata trionfale verso la Casa Bianca, battendo la Clinton. E Hillary è il principale obiettivo di Rubio: «La sconfiggeremo, così come sconfiggeremo Sanders. Non possiamo attendere un altro momento per riprenderci il Paese dopo sette anni di Obama». Intanto il post-Iowa vedrà anche due candidati in meno: si ritira l'ex governatore del Maryland Martin ÒMalley, lasciando sul campo democratico una lotta a due. E tra i repubblicani rinuncia Mike Huckabee. In entrambi casi non una sorpresa, visti i risultati insignificanti sia nei ondaggi che nei caucus dell'Iowa.

La polemica
Bernie Sanders mette in dubbio il risultato della sfida nel campo democratico in Iowa contro Hillary Clinton e chiede al partito un conteggio voto per voto, dopo che il vantaggio accreditato dai sondaggi della vigilia alla ex first lady pare ridotto a pochi decimali. Lo riporta il Guardian. Per la stampa britannica la contesa si è chiusa di fatto con un pareggio. Lo staff di Clinton rivendica il leggero vantaggio ufficioso percentuale, ma il numero di delegati appare esattamente suddiviso, al massimo con la differenza di uno. Il risultato dello Iowa «dimostra che questa è una campagna che possiamo vincere», ha detto Sanders ai giornalisti nella notte Usa sull'aereo che lo portava a Des Moines per la prossima sfida in New Hampshire. «Onestamente non so cosa sia accaduto», ha poi aggiunto parlando dello scrutinio - so che qualche percentuale non è stata ancora contata e posso solo sperare che il conteggio sarà onesto
». «Non ho idea - ha insistito -, abbiamo vinto noi il voto popolare? Non lo so ma devono essere rese disponibili quante più informazioni possibili». Il direttore della sua campagna, Jeff Weaver, citato sempre dal Guardian online, ha tuttavia precisato ai reporter che per ora non si tratta di una contestazione formale, ma solo della richiesta di un'indagine da parte del Partito Democratico e di un controllo accurato dello scrutinio.

 

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