Marshall, che per tutta la campagna elettorale ha attaccato pesantemente la rivale anche per la sua identità di genere, aveva anche mandato avanti un progetto di legge per porre dei limiti ai bagni pubblici che i transgender avrebbero potuto utilizzare. Due mosse che si sono rivelate dei boomerang, visto che la sua proposta di legge è stata respinta e i suoi attacchi omofobi non hanno fatto altro che rafforzare Roem: la sua sconfitta appare come un ulteriore segnale per Trump.
Roem, dal canto suo, ha ribadito all'Associated Press il suo concesso fondamentale: la politica deve essere inclusiva nei confronti di tutte le persone. «Non importa qual è il tuo aspetto - ha detto - da dove vieni, a quale religione appartieni o chi ami: se hai idee valide per la politica, se sei qualificato per questo lavoro, hai tutti i diritti di portare le tue idee sul tavolo della discussione».
«La vittoria storica di Danica Roem - ha detto Chad Griffin, presidente del gruppo Lbgt di Human Rights Campaign - è un chiaro segnale, per i legislatori anti-uguaglianza di tutto il Paese, che sono finiti i giorni in cui si potevano attaccare le persone Lgtb per spaventare gli elettori. Siamo orgogliosi di aver mobilitato la popolazione per sostenere la candidatura di Danica Roem, e non vediamo l'ora di collaborare con lei per aiutarla a spostare in avanti i livelli di uguaglianza in Virginia».
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